Si sono tenuti ieri in piazza Sant’Agostino a Salerno un flashmob e un focus sulle Fonderie Pisano, organizzati dal Comitato “Salute e Vita”. Insieme ad un centinaio di cittadini ha partecipato anche Luigi de Magistris durante la performance dell’attrice Anna Nisivoccia che ha letto alcuni tra i passi più significativi delle verità accertate, tra cui le conclusioni delle relazioni peritali dei professori Annibale Biggeri e Francesco Forastiere che, come a Taranto hanno dimostrato il nesso causale con l’Ilva così lo hanno fatto a Salerno con le Fonderie Pisano, riconoscendo un nesso causale tra inquinamento atmosferico e mortalità, tumori e patologie in eccesso nella Valle dell’Irno.
Dopo aver manifestato in piazza con i cittadini, tingendosi simbolicamente le mani “di sangue” ed alzandole al cielo, il già sindaco di Napoli è intervenuto riconoscendo l’importanza della mobilitazione dei cittadini e il coraggio, la forza e l’onestà del Comitato “Salute e Vita” che resiste e combatte a nome della popolazione. L’ex magistrato ha poi sottolineato come sia inaccettabile che, come già successo per l’Ilva di Taranto, si contrapponga anche a Salerno il “diritto alla salute” al “diritto del lavoro”, entrambi tutelati dalla Costituzione, con le Istituzioni locali coinvolte che sono quantomeno complici sia sul piano politico che su quello morale.
Dopo l’intervento dei consiglieri del Comune di Salerno ha preso la parola l’avvocato Franco Massimo Lanocita che ha parlato della discussione in Consiglio di Stato prevista il prossimo 22 settembre e, nello specifico, dei parametri utilizzati per valutare i limiti delle emissioni all’interno delle Fonderie Pisano. Si tratta di parametri applicati negli stabilimenti delle aree industriali e non quelli delle aree residenziali, agricole e commerciali che caratterizzano appunto la zona di Fratte. “Alla luce anche dei cartelloni esposti – fa sapere il Comitato – visibili a tutti durante l’iniziativa, risulta palese che i controlli fatti finora non siano stati eseguiti durante la colata, considerato che in quei momenti le emissioni passano attraverso tutte le fessure aperte dello stabilimento, tranne che dai camini e che contengono pertanto metalli tossici non filtrati. Elementi che saranno portati alle valutazioni dei magistrati del Consiglio di Stato”.
È stata poi la volta del dottor Franco Mazza, che ha sottolineato l’importanza di unire le forze per la stessa lotta. Mazza è presidente dell’ISDE (Associazione Italiana Medici per l’Ambiente Sezione di Avellino) e presidente del comitato “Salviamo la Valle del Sabato”.
Ha concluso i lavori Lorenzo Forte, presidente del Comitato “Salute e Vita”, il quale ha ribadito le responsabilità morali, politiche e la complicità delle Istituzioni, quali Comune, ASL Salerno e Regione Campania, “che possono anche lavarsene le mani come stanno facendo, ma restano sporche del sangue di quei cittadini che si ammalano e muoiono e chiedono giustizia sociale e verità. Giustizia per i morti e verità per i vivi. Lo Studio SPES e le relazioni peritali hanno decretato che l’inquinamento di metalli pesanti è specifico dell’attività delle Fonderie Pisano e non collegato ad altre fonti presenti sul territorio (quali cava ed autostrada), come infatti riportato nelle conclusioni delle relazioni di Biggeri e Forastiere. Per questo è sempre più urgente un’ordinanza di chiusura, fosse anche solo per un principio di precauzione, sebbene siamo già molto oltre, da parte di un sindaco che, infatti, è indagato proprio per omissione di atti di ufficio. Invece continuano a creare alibi a favore delle Fonderie Pisano, come quello che stanno mettendo in atto attraverso un tavolo tecnico che non ha nulla di tecnico ma è prettamente politico ed in mala fede, tra assessori e consiglieri comunali. Un tavolo farlocco che vuole semplicemente creare confusione laddove c’è già certezza dello studio SPES e degli studi epidemiologici. Apprendiamo infatti che si è tenuto il terzo incontro del tavolo tecnico e l’ASL avrebbe portato numeri e dati del Registro Tumori provinciale, senza però la georeferenzialità (come dichiarato dallo stesso presidente della Commissione Ambiente) per quartieri e strade, ovvero senza cerchi concentrici nell’area interessata. Pertanto, dati oggettivamente inutili e fuorvianti che offendono la nostra intelligenza. Del resto è paradossale che si continui a perdere tempo portando, a nostro giudizio in mala fede, dati generici, quando quelli dell’Istat e del Registro Tumori dell’area intorno alle Fonderie Pisano sono stati già analizzati ed estrapolati e sono già state tratte le conclusioni nelle relazioni peritali di epidemiologi con esperienza e di fama internazionale, che non sono certo burocrati come hanno dimostrato di essere i dirigenti dell’ASL di Salerno”.
Il Comitato “Salute e Vita” ha reso note anche le conclusioni delle relazioni peritali di Biggeri e Forastiere che hanno analizzato la zona specifica delle Fonderie dimostrando che “contrariamente alle dichiarazioni rilasciate alla stampa, che riteniamo inaccettabili, ovvero che i dati del Registro Tumori non mostrano alcun allarme, viene dimostrato il contrario”. Per questi motivi il Comitato chiede all’ASL “che faccia il suo dovere: dov’è il registro nominativo delle cause di morte, diviso per quartieri e strade, che dovrebbe essere pubblicato sul sito del Comune di Salerno? Questa tecnica dilatoria adottata sin dal primo incontro del tavolo tecnico ci indigna profondamente ed uccide una seconda volta i nostri morti. Siamo pronti a denunciare in tutte le sedi, sia pubbliche che giudiziarie, il comportamento omissivo di questi Enti e ci chiediamo, a questo punto, a quale logica e a chi rispondono questi signori che ignorano, o fingono di ignorare, documenti pubblici scientifici oggettivi che sono stati già analizzati ed hanno superato la strada che loro stanno percorrendo adesso in maniera strumentale”.
Sulla questione è intervenuta anche la deputata Virginia Villani, che ha esposto in Parlamento un rendiconto delle morti causate dall’esposizione all’amianto. Ha chiesto quindi l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta per avere maggiore chiarezza sui siti di interesse nazionale inquinati e per la tutela deli lavoratori.
“Solo un’indagine istituzionale attenta potrà fare piena luce su un quadro di questioni istituzionali, ambientali, sociali, economiche e giudiziarie molto complesse – ha chiosato Villani – che in passato hanno portato alla morte di migliaia di persone a causa dell’esposizione all’amianto. Esprimo la mia solidarietà ai cittadini che abitano nella Valle dell’Irno che proprio ieri hanno organizzato un flashmob per denunciare il loro disagio per i veleni costretti a respirare a causa delle Fonderie Pisano”.
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