La legge n. 92 del 30 marzo 2004 ha istituito per il 10 febbraio di ogni anno il “Giorno del ricordo” per commemorare le vittime delle foibe.
Si commemora in questo modo l’esodo dei cittadini italiani dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia e la complessa vicenda del confine orientale italiano.
“È doveroso – dichiara il Presidente della Provincia di Salerno Franco Alfieri – tenere alta l’attenzione su quello che è stato e ricordare i fatti facendoli conoscere alle giovani generazioni. La memoria sia l’antidoto più efficace contro il ripetersi di certi orrori, soprattutto in momenti storici così drammatici come quello che stiamo vivendo. Qui vicino casa nostra, in Ucraina e a Gaza, sono in corso operazioni militari che vedono coinvolti migliaia di civili, di bambini, di vittime innocenti. È il tempo di costruire la pace”.
“A vent’anni esatti dalla legge che ha istituito nel nostro Paese il Giorno del ricordo, grazie soprattutto alla ricerca storica e alle iniziative di sensibilizzazione intraprese anche nel mondo della scuola, la consapevolezza sulla tragedia che condusse alle foibe e all’esodo dalle loro terre dei cittadini istriani, fiumani e dalmati è sempre più forte tra gli italiani, compresi i più giovani. Conservare la memoria su questa drammatica pagina vissuta sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi di Tito, oltre a essere doveroso nei confronti delle vittime e di quanti soffrirono duramente per quelle ingiustizie, è fondamentale per fare i conti e delineare compiutamente il nostro passato affinché nella coscienza collettiva non esistano totalitarismi buoni, forme di violenza accettabili o ancora eccidi e stragi relegabili all’oblio”. È quanto dichiara il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, in occasione del “Giorno del ricordo”.
“Questa celebrazione – aggiunge Bardi – ricade a pochi giorni dal 27 gennaio e dalla ‘Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo’, in un momento storico segnato da nuove guerre che le future generazioni, obbligandoci a delle risposte, potranno inquadrare come il tempo della dimenticanza. Per questo è urgente risvegliare il ricordo, fare memoria, riaffermare il ruolo della diplomazia e mettere al centro delle scelte politiche, a tutti i livelli di governo, il valore dell’uomo e dei processi democratici”.