Staccarsi dalla Campania per unire il Cilento ed il Vallo di Diano alla provincia di Potenza. Questo l’obiettivo del progetto “Grande Lucania”, nato circa 10 anni fa, anche attraverso la creazione di appositi comitati comprensoriali.
Un piano ambizioso che fondava le proprie basi sul fatto che, anticamente, il territorio relativo alla Lucania comprendeva anche il Vallo di Diano ed il Cilento.
Sono state una ventina, nel tempo, le amministrazioni comunali che hanno deliberato a favore del quesito referendario da sottoporre ai cittadini, per separare il proprio Comune dalla Campania.
Nel corso degli anni, tuttavia, l’iniziativa ha subìto diverse frenate e ad oggi non si sa bene quale sia lo stato delle cose. Ma perché si è interrotto il progetto “Grande Lucania”?
Abbiamo provato a chiederlo ai responsabili ed ai promotori del Comitato del Vallo di Diano, tra cui Tiziana Bove Ferrigno, assessore comunale di Padula, ma senza ottenere grandi risultati.
Un progetto che, nonostante non risulti più “attuale”, riscuote ancora il gradimento di alcuni sindaci del territorio. Lo abbiamo visto anche attraverso la rubrica di Ondanews “Sei domande secche ai sindaci” nella quale, tra le altre cose, si chiedeva di scegliere tra l’unione alla Basilicata ed il progetto “Città Vallo”.
Insomma, diverse domande e poche risposte. E la netta sensazione che di “Grande Lucania” non si sentirà più parlare.
– Cono D’Elia –
ho aderito fin dall’inizio a questo affascinante progetto, e x evitare il napoli centrismo e con la speranza di ripristinare i i confini della vecchia lucania e come presidente era la tiziana bove ferrigno persona esperta e coinvolgente,ho partecipato a molti convegni ma da quello che ho capito come tanti progetti abortiscono e x interventi dei partiti o x gelosie di rappresentanze,certo sarebbe auspicabile un’intervento della nostra ex? presidende onde chiarire come esattamente stanno i fatti
sarebbe interessante riprendere il discorso, anche alla luce dell’accorpamento del tribunale di Sala Consilina a quello di Lagonegro Corte d’Appello di Potenza,ed ai cambiamenti proposti recentemente con la riforma costituzionale. L’area interessata, a mio parere, andrebbe però ristretta al vallo di Diano, Valle dell’alto Sele-Tanagro e golfo di Policastro. Il Cilento, quello storico in particolare, non ha grande interesse al progetto per i rapporti più frequenti con l’area salernitana, pertanto andrebbe escluso
Avremmo avuto Pittella Presidente, che avrebbe dato inizio alle trivellazioni.Bel risultato.
Bisogna farlo per una nuova speranza di turismo di qualita` con collegamenti via mare. autostrada, treni ed aeria. Capitale Potenza, capolughi di Vallo, Paestum/Agropoli e Palinuro/Sapri/Maratea.
Basta con i fondi que da Napoli capoluogho che va a zero piu` sud ed interno fino a Sapri.
La regione Campania ha dimenticato il sud dopo Amalfi, allora noi Cilentani, Lucani, Dianese ed Alburnesi andiamo con la Basilicata.
Riprendere la battaglia, allargare l’azione, promuovere iniziative coivolgenti .
Non bastano gli articoli ed i comunicati stampa . Muoversi a livello istituzionale . Trovare un consigliere che promuova almeno un O.d.G. e “costringere” il Consiglio Regionale della Basilicata a pronunciarsi .
Dopo il deposito di firme di Taranto in Basilicata, aveebbe senso pari iniziativa per tutta la provincia di Salerno in questo modo due grandi Taranto e Salerno modersti da due piccoli Potenza e Matera costituirebbero una corazzata autonoma indipendente dal ruolo di “asso pigliatutto” rappresentato da Napoli e Bari