In America la pizza è la seconda fonte più alta di calorie per i giovani e i giovanissimi dai 2 a 18 anni d’età. L’amore verso questo piatto, made in Italy per eccellenza, ha portato circa il 20% dei giovani americani a mangiare la pizza in un determinato giorno. A rilevarlo è stato una ricerca dell’Institute of Health Research and Policy della University of Illinois di Chicago. I risultati, pubblicati sulla rivista Pediatrics, hanno permesso di osservare che nei giorni in cui mangiano la pizza, i bambini e gli adolescenti assumono significativamente più calorie, grassi e sale che negli altri giorni. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno esaminato i dati dei giovani dai 2 ai 19 anni d’età che hanno partecipato al National Health and Nutrition Examination Survey tra il 2003 e il 2010.
Dall’indagine è emerso come sia diminuito l’apporto calorico delle pizze acquistate nei fast food, mentre non è cambiato il contributo energetico fornito dall’alimento consumato nelle mense scolastiche. Nei giorni in cui i bambini e i ragazzi avevano mangiato la pizza, avevano anche assunto un contributo “extra” di, rispettivamente, 84 e 230 chilocalorie. Superiori, in quei giorni, risultavano pure gli apporti di sodio e grassi saturi.
Quello americano non è il primo studio a mettere in discussione la salubrità di un alimento simbolo della dieta mediterranea e caratterizzato da pochi ingredienti: acqua, farina, passata di pomodoro, mozzarella e olio. Poco più di un anno fa era stato un gruppo di nutrizionisti dell’Università di Glasgow ad analizzare 25 prodotti surgelati per arrivare alla conclusione che “molte pizze hanno una quota eccessiva di sale e grassi saturi, utile a migliorare la conservazione del prodotto”.
Le conseguenze più significative hanno riguardato i bambini che la consumavano a colazione o come spuntino: e non in uno dei due pasti principali. Una soluzione da escludere, secondo gli autori della ricerca, che ai genitori consigliano di “abbinare la pizza a un’insalata, per ridurne i consumi, e sempre a pranzo o a cena”. Discorsi che però non possono essere riferiti al prodotto fresco della pizzeria, di cui non si conoscono peso e apporto energetico.
Bibliografia: www.lastampa.it – www.agi.it – www.repubblica.it
Farmacia 3.0 – Rubrica a cura del dott. Alberto Di Muria
dottore carissimo. ..meglio la pizza fatta dalle nostre nonne nei forni addu si cucia lu pane..
la pizza veniva usata come test per misurare il grado di cottura e se il forno fosse pronto…
A sala facevano la pizza bianca cu l alici…
che meraviglia. ..gli americani imparino l arte e la cultura del cibo..