Il ribes nero è una di quelle piante di cui s’impiegano varie parti e si hanno perciò diverse proprietà terapeutiche.
L’uso più frequente che se ne fa è quello sotto forma di gemmoderivato o macerato glicerinato (MG), ottenuto dai tessuti embrionali freschi della pianta. Le gemme agiscono stimolando le ghiandole surrenali nella produzione di cortisolo, un cortisone che aiuta l’organismo a reagire ad eventuali infiammazioni. Questa attività aumenta la produzione di steroidi surrenalici per contrastare ogni tipo di stress o lesione, per eliminare le infiammazioni e per inibire l’azione del sistema immunitario che scatena le allergie. Il gemmoderivato di ribes nero viene pertanto utilizzato come antinfiammatorio naturale e antistaminico che agisce sia a livello cutaneo che a livello respiratorio. Grazie alla sua azione immunostimolante poi riesce a combattere la stanchezza aumentando la resistenza al freddo al fine di prevenire eventuali malanni stagionali.
Le foglie del ribes nero invece hanno proprietà depurative e diuretiche e vengono impiegate sotto forma di infusi e tinture madri. I frutti del ribes nero sono utili per la loro azione astringente, vasoprotettrice e rinfrescante, e si rivelano molto efficaci, sotto forma di infuso o succo, per contrastare la couperose e per la fragilità capillare.
Ultimamente l’attenzione da parte della ricerca si è concentrata sull’olio che si estrae dalle sue gemme che, oltre all’azione cortison-like ed agli effetti positivi sul vigore immunologico tipici anche del macerato glicerico, in numerosi studi ha evidenziato di essere ricco sia di Omega 6, ed in particolare di GLA, elemento essenziale di cui è carente ad esempio la pelle atopica, che di Omega 3, necessari per la loro azione antinfiammatoria e per controbilanciare l’azione degli Omega 6. Vi è un perfetto bilanciamento tra i due elementi, con un rapporto di un Omega 3 ogni 4-5 Omega 6. In aggiunta l’olio di ribes nero contiene anche una piccola quantità di acido stearidonico, che inibisce l’aggregazione piastrinica e l’attività dell’acido arachidonico, suggerendo così un’azione antitrombotica e antinfiammatoria oltre che antistaminica.
L’assunzione di quest’olio durante la gravidanza, quindi, potrebbe essere importante per lo sviluppo di adeguate risposte immunitarie alla dermatite atopica da parte del futuro nascituro. Infatti, una ricerca condotta nel 2016 dall’Università della California ha evidenziato l’importanza dell’integrazione di probiotici, prebiotici ed acidi grassi per diminuire l’incidenza della dermatite atopica infantile o ridurne la gravità nei bambini da 0 a 3 anni.
Bibliografia: La Pelle – www.soluzione-online.it – www.inherba.it