Nuovo allarme legato alle protesi mammarie in Francia: un rapporto del ministero della Salute d’Oltralpe parla di una forma rara di tumore che sarebbe fino a 200 volte più comune fra le donne che hanno ricevuto un impianto al seno.
Secondo quanto riportato dal quotidiano “Le Parisien”, gli esperti avrebbero rilevato un nesso preciso tra i 18 casi segnalati di linfoma anaplastico a grandi cellule e la presenza di protesi mammarie.
Si tratta comunque di numero di casi molto limitato, dato che dal 2011 sono state circa 400.000 le donne che in Francia si sono ritoccate il seno. Ma sono in aumento di anno in anno, e questo sta facendo preoccupare gli studiosi. Le autorità sanitarie francesi hanno detto che saranno prese tutte le misure necessarie che gli esperti riterranno necessarie.
E’ un sospetto che si è spesso avuto e che in alcuni periodi, in particolare, ha rivelato prove indubbie. Ora si parla di tumori causati dalle protesi al seno e in particolare da quelle prodotte da una ditta americana. Una teoria che ha aperto un dibattito molto sentito. Da un lato le prove che riporta l’agenzia e che sembrano chiarissime, dall’altro le reazioni della casa madre ma anche di tanti esperti chirurghi plastici che quelle protesi le hanno usate e le usano senza verificare problemi di sorta. Il linfoma anaplastico, che si è manifestato nelle 14 pazienti sopra citate, non sarebbe per forza causato dall’intervento di mastoplastica perché, riportano gli esperti nominati dai produttori, le stesse donne sarebbero arrivate alle protesi in questione dopo averne provate tante altre. Chi dice che il danno non lo abbiano fatto le precedenti?
Certamente avere in corpo qualcosa di sintetico in quantità così grosse, come avviene per le protesi al seno, non lascia mai al sicuro da rischi. E tuttavia, spesso le protesi vengono impiantate nelle donne reduci da cancro al seno e che quindi non possono rimanere vittime di altri tipi di tumore per colpa di materiali pericolosi. La verità è che questo studio ha bisogno ancora di altre verifiche e di altri controlli, magari con un campione più vasto, perché con questi dati alla mano non ci sono prove che colleghino direttamente la presenza delle protesi con la comparsa di quel tipo di tumore.
Bibliografia: www.lastampa.it – www.focus.it – www.corriere.it – www.benessere.guidone.it
Farmacia 3.0 – Rubrica a cura del dott. Alberto Di Muria