La terapia di ultima generazione contro l’epatite C indicata per tutti i genotipi del virus Hcv, consolida le promesse dei trial clinici. Le prime evidenze relative all’utilizzo del regime a base di sofosbuvir e velpatasvir confermano una riduzione della durata della terapia e un minore ricorso alla ribavirina. E’ dimostrata poi un’efficacia estremamente elevata ed estrema sicurezza nei bambini. E’ quanto ha spiegato Alessandra Mangia, dirigente medico Epatologia dell’ospedale Casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo, commentando i risultati di alcuni studi presentati al congresso Easl 2017 (European Association for the Study of Liver) in corso ad Amsterdam.
Sulle terapie di nuova generazione contro l’epatite C, chiamate pangenotipiche perché sono indicate per tutti i ceppi (genotipi) virali, risiedono le grandi speranze della comunità degli specialisti e dei pazienti. I trattamenti antivirali ad azione diretta hanno trasformato la nostra capacità di trattare l’epatite C. Prima della terapia con antivirali diretti, la strategia terapeutica prevedeva l’impiego di interferone pegilato e la ribavirina, con pesanti effetti collaterali e pazienti che non tolleravano la cura e costretti quindi all’abbandono.
Il primo farmaco pangenotipico è la combinazione di due molecole, velpatasvir e sofosbuvir, una singola compressa da assumere una volta al giorno per 12 settimane: questo farmaco agisce indipendentemente dal ceppo virale e dalla severità del caso e consente di trattare anche quel 5% di pazienti che non rispondono agli altri trattamenti con inibitori diretti del virus. Non esistono pazienti che non possono fare queste terapie, nessuno viene controindicato al trattamento, che ha percentuali di successo del 99%.
A luglio 2016 la Commissione europea ha rilasciato l’autorizzazione all’immissione in commercio per il trattamento di Gilead in pazienti con tutti i genotipi di Hcv. E a breve dovrebbe essere reso rimborsabile in Italia. E’ stato fin qui trattato circa un terzo dei pazienti, quelli con cirrosi e fibrosi avanzata, ma adesso resta il grosso della popolazione e ciò verrà fatto in linea con il piano nazionale che prevede l’eradicazione della malattia nel corso dei tre anni.
Bibliografia: www.lastampa.it – www.epac.it – www.adnkronos.it – www.ilsecoloxix.it
Farmacia 3.0 – Rubrica a cura del dott. Alberto Di Muria