Quando si parla di cibo, qualunque sia l’occasione, è sinonimo innanzitutto di convivialità e piacere. Quando si è in compagnia, ancor di più durante pranzi o cene in compagnia di amici e famiglia, resistere davanti alle innumerevoli prelibatezze diventa difficile e ci si lascia andare ad un pasto abbondante oltre misura finendo per sentirsi appesantiti, affaticati e gonfi.
Nelle diete equilibrate di un adulto i pasti sono suddivisi equamente nella giornata per un carico calorico totale che va dalle 1800 alle 2500 calorie al giorno, che varia a seconda dell’età, corporatura, sesso e metabolismo di ogni individuo. Superato questo limite, le conseguenze di un’abbuffata sono soggettive, dipendono dalla fisiologia di ognuno, anche se possiamo racchiuderle in una serie di effetti simili: nausea, vomito, respiro corto, sonnolenza e gonfiore addominale, effetti risultanti da una cattiva digestione.
La digestione di norma è il processo che permette all’organismo di trasformare il cibo introdotto in nutrienti, che vengono poi assorbiti a livello intestinale. Le diverse fasi di cui questo processo è costituito si articola su vari distretti di un sistema definito appunto digerente. Questo sistema comprende la cavità orale, dove tutto comincia grazie ai denti e agli enzimi contenuti nella saliva che trasformano il cibo in bolo alimentare, il prodotto della prima fase della digestione. Il bolo ottenuto viene così deglutito e, attraversando la faringe prima e l’esofago poi, raggiunge lo stomaco, sede dell’importante processo digestivo che vede, per azione dell’acido cloridrico, l’ottenimento del chimo. Questo composto liquido possiede le caratteristiche di acidità adatte affinché gli enzimi che si occupano di digerire le proteine possano attivarsi e agire smantellando il cibo nei singoli nutrienti così assimilabili. A seguito dell’apertura del piloro, la valvola che chiude l’estremità dello stomaco e apre al primo tratto dell’intestino tenue, il chimo arriva nel duodeno dove viene riversata anche la bile prodotta dal fegato ed i succhi pancreatici del pancreas; l’intervento di questi elementi fa sì che la digestione progredisca ulteriormente, fino a raggiungere il tratto finale dell’intestino, dove la digestione può dirsi completata ed i nutrienti sono pronti ad essere assorbiti.
Dopo l’assunzione di pasti abbondanti o consumati troppo velocemente è possibile veder comparire la sgradevole sensazione di pesantezza e gonfiore allo stomaco proprio a causa della difficile digestione, con effetti ascrivibili ad un inadeguato svuotamento dello stomaco o per la tendenza del cibo di risalire lungo l’esofago.
Sebbene in genere la sensazione avvertita sia abbastanza tollerabile e transitoria, in molti casi la cattiva digestione si presenta con alta frequenza, rendendo necessario un intervento. Rimedi naturali a base di agenti carminativi e anti meteorici come l’anice e il finocchio, possono contribuire ad alleviare la sintomatologia sgradevole, regolando la funzionalità contrattile del tubo digerente contribuiscono a eliminare la presenza di gas a livello gastrointestinale alleggerendo la sensazione di pienezza e pesantezza. Anche lo zenzero è un valido alleato. Per la sua azione antinfiammatoria e antiossidante, agisce inibendo l’attività dei radicali liberi, promuovendo così lo svuotamento gastrico che riduce il gonfiore addominale post-prandiale.
Nux vomica è uno dei migliori rimedi per le sindromi digestive caratterizzate da gusto acido o amaro in bocca, dolori da colica con nausea senza vomito o stipsi con stimoli inefficaci, in concomitanza di sonnolenza postprandiale. Antimonium crudum è di grande aiuto quando a seguito di eccessi alimentari si producono eruttazioni che hanno il gusto degli alimenti ingeriti, con nausea seguita da vomito degli alimenti ingeriti che non reca alcun sollievo.