La verruca è una formazione cutanea indotta dal virus del papilloma umano. Si tratta di formazioni benigne costituite da un nucleo di tessuto interno alimentato da vasi sanguigni e rivestito da vari strati di tessuto epiteliale. Il virus penetra nell’epidermide e la infetta determinando un’eccessiva velocità di replicazione. Il contagio avviene per contatto superficiale solitamente in luoghi molto frequentati come docce, palestre e piscine, dove il clima caldo e umido favorisce la sopravvivenza del virus in forma attiva.
Può svilupparsi in qualunque zona del corpo ma spesso interessa solamente alcune aree specifiche come mani, piedi, gomiti e ginocchia. Le verruche comuni hanno lo stesso colore della pelle e si riconoscono per la tipica superficie ruvida, spesso crespata e di aspetto antiestetico. E’ una problematica abbastanza diffusa: si calcola che ne soffra circa il 3% della popolazione italiana, cioè circa due milioni di persone.
Talvolta la verruca tende a scomparire spontaneamente nel corso di alcuni mesi grazie all’azione del sistema immunitario, ma spesso può diventare una noia non da poco e resistere per tempi molto lunghi. Inoltre, soprattutto nei pazienti immunodepressi le verruche tendono a moltiplicarsi, anche a distanza, per autoinoculazione. Tuttavia non vi sono terapie che garantiscono totalmente la guarigione.
Ad oggi sono due le proposte terapeutiche comunemente indicate. Dermatologi e podologhi propongono la crioterapia, che provoca l’ustione del derma le cui cellule formano una bolla e si staccano dal tessuto sottostante, permettendo all’epidermide di rigenerarsi. E’ un metodo doloroso ed inoltre la ferita va trattata attentamente per proteggerla dalle infezioni. Internisti e farmacisti consigliano invece i preparati cheratolitici, liquidi a base di acido salicilico, talvolta in associazione con acido lattico, che accelerano il ciclo di maturazione delle verruche facendole salire in superficie e permettendone il distacco spontaneo. E’ un sistema non doloroso ma che richiede tempi più lunghi.
Contro le verruche è possibile però provare una cura naturale. L’erba rondinella o celidonia è una pianta erbacea perenne, molto comune tra la vegetazione spontanea dei nostri prati e tra quella che cresce ai bordi delle strade. La celidonia è una pianta tendenzialmente tossica i cui principi attivi sono essenzialmente degli alcaloidi molto potenti come la berberina, la coptisina, la chelidonina, la sanguinarina e l’allocriptopina.
Per la cura delle verruche di ogni dimensione e sede è indicato un trattamento prolungato con 15 gocce di tintura madre di Chelidonium diluite in poca acqua applicate direttamente sulla zona cutanea interessata dalla verruca. L’applicazione va ripetuta tre volte al dì per almeno un mese.
Bibliografia: www.curenaturali.it – www.riza.it