Obesità diffusa come un’epidemia entro il 2030. A diffondere tali previsioni è l’OMS, secondo la quale il numero di individui obesi o sovrappeso cresce a livelli preoccupanti nei prossimi 15 anni, fino a interessare un’ampia fetta della popolazione. La Gran Bretagna segnerà i dati peggiori per quanto riguarda le donne, che raggiungeranno quota 26%. Male anche la Svezia, storicamente a rischio ridotto, che toccherà il 26% di obesità tra gli uomini e il 22% tra le rappresentanti del sesso femminile.
Nemmeno l’Italia verrà risparmiata da questa piaga: si stima che tra quindici anni ad avere il problema di obesità sarà il 20% della popolazione maschile e il 15% di quella femminile. L’allarme viene dal Congresso Europeo sull’Obesità ECO 2015.
Tra le ricerche presentate a ECO2015, anche uno studio tutto italiano della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico che ha mostrato come nei soggetti sovrappeso o obesi con carenza di vitamina D la supplementazione sia di aiuto per liberarsi dei chili di troppo. In altre parole, riportare la vitamina D a livelli ottimali promuove la perdita di peso, potenzia gli effetti di una dieta ipocalorica e migliora il profilo metabolico del soggetto. Quindi, tutte le persone obese dovrebbero controllare i propri livelli di vitamina D e, in caso di deficit, assumere supplementi.
Nel Nord Italia la carenza grave di vitamina D interessa il 6% dei sovrappeso e il 30-40% dei sovrappeso e che quasi tutti gli obesi hanno un livello non ottimale di vitamina D.
Numerosi studi documentano la relazione tra deficit di vitamina D, insulino-resistenza e alterata omeostasi glucidica. Nei soggetti obesi scarsi livelli di vitamina D sono associati ad un maggior rischio di andare incontro a sindrome metabolica e a diabete mellito di tipo II. Non abbiamo ancora compreso l’esatto meccanismo biologico tramite il quale la vitamina D sarebbe in grado di influenzare positivamente il nostro assetto metabolico. Tra le ipotesi avanzate vi è la capacità di indurre un più efficiente uptake del glucosio a livello periferico e a livello epatico e di regolare la sintesi e la secrezione dell’insulina da parte delle cellule beta pancreatiche.
Bibliografia: www.lastampa.it – www.greenstyle.it – www.lafucina.it
Farmacia 3.0 – Rubrica a cura del dott. Alberto Di Muria