La vertigine può essere descritta come una sensazione di instabilità dove c’è illusoria percezione che l’ambiente circostante o il proprio corpo sia in continuo movimento, con l’impressione di una perdita dell’equilibrio.
Questa sensazione può durare da pochi secondi fino ad alcune ore e può essere spesso associata ad altri sintomi quali nausea, vomito, ipotensione e sensazione di testa vuota. Seppur ben caratterizzata, la vertigine non è una malattia.
Le vertigini periferiche sono quelle maggiormente diffuse, provocate da disturbi a carico dell’apparato vestibolare, sistema sensoriale che risiede nell’orecchio interno, che insieme ad altri due, il sistema visivo ed il sistema propriocettivo, sono deputati al controllo dell’equilibrio sotto il coordinamento del Sistema Nervoso Centrale. Le vertigini periferiche possono presentarsi come sintomo di infezioni, in genere di natura virale, a carico dell’orecchio interno.
Cause della comparsa di questa sensazione può essere anche l’accumulo di liquidi ed aumento della pressione a carico dell’orecchio interno (sindrome di Mèniere) o la formazione di cristalli di carbonato all’interno dei canali semicircolari dell’apparato vestibolare, come risposta ad un trauma o infezione dell’orecchio.
Le vertigini centrali sono scatenate da disfunzioni in una determinata zona del Sistema Nervoso Centrale, in particolare nel cervelletto o a livello del tronco encefalico. Troviamo tra le cause più comuni neoplasie a carico di questi specifici organi, condizioni come emicrania, attacchi ischemici e sclerosi multipla o come effetto collaterale ad alcuni farmaci.
Per via della sua natura intrinseca di sintomo, la cura delle vertigini discende dalla determinazione della causa delle vertigini e della gravità del disturbo. Quando le vertigini dipendono da una lesione a carico del Sistema Nervoso Centrale, l’approccio terapeutico è volto alla risoluzione del problema specifico; se si tratta di attacchi episodici e che spariscono da soli il consiglio è, durante la manifestazione, di sdraiarsi in una stanza tranquilla e buia per ridurre nausea e la sensazione di rotazione. Se il fenomeno delle vertigini si ripete di frequente, si può ricorrere all’aiuto di farmaci come gli antiemetici, antistaminici o cortisonici, che non sono però risolutivi della condizione.
In generale, infatti, questa condizione è spesso accompagnata da una componente ansiosa, in cui diventa importante attuare interventi improntati a creare uno stile di vita che riduca le situazioni che possono scatenare la sindrome vertiginosa. In questo senso, l’uso di rimedi omeopatici interviene sul legame sintomo-stato emotivo del soggetto, dimostrando una certa efficacia nel prevenire la comparsa degli episodi vertiginosi.
Gelsemium è indicato in caso di vertigini che iniziano dalla nuca e si irradiano alla testa e alle palpebre, con una sensazione di perdita di equilibrio; nel soggetto compaiono queste vertigini soprattutto in caso di prestazione che provocano stati di ansia, panico, con tremore e paralisi.
Quando le vertigini sono provocate dall’altezza e caratterizzate da turbe del coordinamento motorio in individui ansiosi e ipocondriaci, Argentum nitricum è il rimedio efficace.
Le vertigini possono essere un sintomo associato al movimento, come nello stato di malessere da mezzi di trasporto, dove ai capogiri si accompagnano nausea e vomito; in questi casi è utile l’assunzione di Cocculus in maniera preventiva.