Tra tutte le infezioni quelle a carico delle vie urinarie rappresentano le più frequenti dopo quelle respiratorie, in ogni fascia d’età e sesso, seppur si manifestano maggiormente tra i 20 e 50 anni di età.
Tra le varie infezioni troviamo che quella più diffusa è la cistite, con una maggiore incidenza nelle donne. Questa prevalenza nel colpire il sesso femminile trova spiegazione nelle differenze anatomiche che esistono tra le due categorie, in particolare nella conformazione anatomica dell’uretra che è molto più breve nelle donne rispetto agli uomini, con un maggior rischio di contaminazione da parte dei batteri fecali.
La cistite è un’infiammazione a carico della parete vescicale provocata da una colonizzazione batterica. Le vie urinarie sono infatti normalmente sterili. Nonostante tutti i meccanismi di difesa naturali alcune condizioni patologiche, di stress o di disbiosi intestinali, possono far sì che parte dei batteri del tratto intestinale risalgano dall’uretra alla vescica per contaminarla innescando così nell’organismo che tenta di difendersi il processo infiammatorio, la cistite.
Si manifesta con bruciore e dolore durante la minzione, in alcuni casi urine torbide e maleodoranti. I sintomi sono in genere variabili perché dipendono dai fattori intrinseci del paziente in cui è in atto l’infezione ma anche dalla tipologia dell’organismo infettante e la carica batterica, ma tra i sintomi più comuni c’è anche la difficoltà di minzione associata ad un aumento della sua frequenza. La terapia clinica tipica in caso di cistite prevede l’utilizzo di antibiotici specifici diretti a debellare il batterio colonizzatore.
In alternativa agli antibiotici ed ai loro effetti collaterali è possibile utilizzare dei rimedi naturali. Il mannosio è uno zucchero semplice, prodotto naturalmente dall’organismo a partire dal glucosio ma scarsamente assorbito dallo stesso, venendo in gran parte eliminato attraverso le feci e le urine. Viene utilizzato come rimedio contro la cistite per via della sua capacità di interferire con l’adesione microbica perché impediscono l’adesione dei pili batterici alle cellule epiteliali. Inoltre, raggiungendo gli ultimi distretti dell’intestino manifesta delle proprietà bifidogene, agendo da prebiotico così da supportare il microbiota intestinale e la carica batterica positiva.
L’estratto di Uva Ursina, una pianta arbustiva di cui si usano soprattutto le foglie da cui si ricava un estratto, ricco di arbutina, tannini e flavonoidi. Tra tutte queste sostanze a svolgere particolarmente l’attività antibatterica è l’arbutina, un glicoside idrochinonico che viene trasformato prima a carico del fegato nella sua forma coniugata per poi essere liberato nella sua forma libera nella vescica come glucosio e idrochinone, il principio attivo che svolge la vera e propria azione antimicrobica.
La criticità della cistite risiede anche nel suo ripresentarsi spesso come recidiva dopo la prima manifestazione, ogni volta un poco più difficile da debellare. In questi casi risulta efficace utilizzare integratori a base di Calluna vulgaris, arbusto di cui vengono utilizzate diverse parti, in particolare i fiori che hanno un’azione astringente e antisettica. Di questa pianta si sfruttano anche le sue proprietà antispasmodiche e diuretiche, attraverso cui l’organismo riesce ad eliminare urea, acido urico e tossine in eccesso grazie al suo contenuto di tannini.