Dal 21 gennaio 2016 è in vigore il Decreto Lorenzin, il testo legislativo che esclude dalle spese a carico dello Stato oltre 200 prescrizioni mediche ambulatoriali. Il Decreto Lorenzin nasce dalla necessità di limitare la prescrizione di troppi esami di routine richiesti dai pazienti anche quando non ce ne sarebbe bisogno o quando le condizioni di salute non sono tali da giustificarli. Una decisione che, se da una parte mira a contenere le spese a carico dello Stato, dall’altra rallenta o penalizza la prevenzione e la cura.
I medici di famiglia, prima di prescrivere una TAC, un emocromo o un altro degli oltre 200 esami di laboratorio e diagnostici previsti dal Decreto Lorenzin, dovranno verificare l’età del paziente, la ricorrenza dell’esame, lo stato di salute generale: in base a questi e altri parametri, il medico di base deciderà se l’assistito debba fare o meno un esame. Fra questi esami ce ne sono alcuni molto comuni, e che, finora si era abituati a chiedere o a sentirsi proporre comunemente dal dottore, come per esempio il colesterolo, nelle sue varie declinazioni (HDL, LDL, totale), ora invece ci si potrebbe sentir dire dal curante che non può prescrivercelo se non abbiamo una certa età o se non è passato un certo tempo dall’ultima volta che lo abbiamo eseguito. Lo stesso potrebbe accadere per una Tac della colonna vertebrale o per altri esami del sangue. In tutto sono più di 200 le prestazioni elencate nel decreto.
Il punto più controverso del Decreto Lorenzin riguarda la multa per i medici che prescrivono una prestazione sanitaria anche quando, stando alle direttive del testo legislativo, non dovrebbero farlo. La FIMMG (Federazione italiana medici di medicina generale), prevede una crescente impazienza da parte delle persone assistite, e un forte ostacolo allo svolgimento del normale lavoro in studio medico.
Un altro possibile effetto potrebbe essere l’aumento delle spese sanitarie presso medici privati, con maggiore spesa da parte dei pazienti. Inevitabile, aggiunge la FIMMG, sarà poi l’ulteriore aumento del carico burocratico, perché per ogni singolo esame ematico previsto dal decreto bisognerà indicare in ricetta le condizioni di erogabilità, a scapito del tempo dedicato alle visite.
Bibliografia: www.corriere.it – www.quotidianosanita.it – www.abcsalute.it – www.pazienti.it
Farmacia 3.0 – Rubrica a cura del dott.Alberto Di Muria