Quella di dividere una pillola per poterla assumere meglio, magari perché è troppo grossa da ingerire, è un’abitudine che accomuna molte persone e che, secondo il parere degli studiosi, non andrebbe assolutamente fatto. Secondo lo studio di alcuni ricercatori della SIGG, la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, modificare la forma di un determinato medicinale, cioè dividere a metà una pillola o tritarla per ingerirla con più facilità, potrebbe alterarne in maniera negativa il funzionamento e potrebbe aumentare i rischi di riscontrare gli effetti indesiderati riportati sul foglietto illustrativo.
Questa pratica, oltre a compromettere l’efficacia stessa del farmaco, causerebbe una piccola perdita di farmaco che molto spesso non viene suddiviso in maniera eguale ed altererebbe di circa al 15% il dosaggio prescritto dal medico curante.
Vi sono medicinali che, molto spesso, comportano aumenti di tossicità quando la dose consigliata viene alterata anche in maniera minima, e potrebbero essere proprio queste pratiche di divisione errata del farmaco a causare gravi conseguenze all’interno dell’organismo del paziente. Vi sono inoltre dei medicinali che vengono rivestiti con delle “pellicole” che permettono loro di superare la barriera gastrica con tranquillità, una divisione o la polverizzazione di questa tipologia di medicinali compromette in maniera irreparabile sia il funzionamento del medicinale stesso che la sua tollerabilità. Un’altra tipologia di medicinali a rischio sono quelli progettati per avere un rilascio lento all’interno dell’organismo ed una durata, quindi, prolungata che potrebbe subire evidenti variazioni qualora la compressa venga spezzata.
I dati raccolti dalla SIGG mostrano che la pratica di alterare i farmaci è un’abitudine diffusa soprattutto nelle Residenze per anziani, perché molti pazienti non riescono a deglutire le compresse intere. Però è possibile ridurre l’alterazione dei farmaci in modo semplice trovando modalità alternative, come la somministrazione della pastiglia intera assieme a yogurt, budini o altri cibi di consistenza facile da deglutire, oppure farmaci analoghi o equivalenti in diversa formulazione, dalle gocce ai granulati.
Bibliografia: www.leggo.it – www.blastingnews.com – www.adnkronos.com