Il “fuoco di Sant’Antonio” è una infezione che interessa i nervi e la pelle, causata dal virus varicella-zoster.
E’ lo stesso che provoca la varicella. Dopo la guarigione da questa malattia, in genere contratta nell’infanzia, il virus non viene eliminato del tutto, ma rimane confinato, inattivo, nei gangli nervosi dei nervi sensitivi. Ci sono però condizioni che ne possono provocare il risveglio: un periodo stressante, un indebolimento del sistema immunitario come quello che si osserva con l’avanzare dell’età o con l’impiego di alcuni farmaci immunosoppressori. Il virus riattivato si moltiplica e risale lungo il fascio nervoso di un nervo periferico fino a raggiungere la cute innervata da questo fascio, area che in termini tecnici si chiama dermatomero.
Nei bambini l’Herpes zoster è poco comune e in genere non si accompagna a dolore. Negli adulti man mano che si invecchia la malattia tende a essere più frequente e grave. Il primo sintomo, e anche il più insidioso, è il dolore neuropatico avvertito come una puntura, una pugnalata nell’area innervata da un nervo sensitivo, solo da un lato del corpo. In genere il dolore è intermittente.
Non esiste una posizione che aiuti a sopportare meglio il dolore. Questo sintomo può essere accompagnato da bruciore, prurito, ipersensibilità, formicolii e pizzicore.
Nella maggior parte dei casi, dopo 24-48 ore, compaiono sulla pelle arrossamento e vescicole, che si presentano in gettate successive ed evolvono in croste. Toccando queste lesioni l’infezione può trasmettersi e provocare, in soggetti che non sono mai venuti a contatto col virus, la varicella.
Il virus si combatte con farmaci antivirali, in genere sempre raccomandati sopra i 50 anni. Per accorciare la durata complessiva delle manifestazioni è importante iniziare questo trattamento il più presto possibile. Una terapia precoce sembra anche ridurre il rischio di sviluppare la complicanza più temibile, cioè la nevralgia posterpetica, che si verifica nel 10-20% dei casi ed è più comune man mano che si invecchia, ed è caratterizzata dalla persistenza di dolore neuropatico a distanza di settimane, mesi o anni dalla scomparsa delle lesioni cutanee dell’Herpes zoster.
Per controllare il dolore nella fase acuta si ricorre a farmaci analgesici, utilizzati regolarmente e non “al bisogno” con una strategia a scalini che combini progressivamente più farmaci in caso di mancata risposta. Recentemente, è stato approvato dall’Agenzia Europea dei Medicinali un vaccino costituito da un virus attenuato che viene proposto in soggetti con più di 60 anni non immunodepressi per la prevenzione dell’Herpes zoster.zIl “fuoco di Sant’Antonio” è una infezione che interessa i nervi e la pelle, causata dal virus varicella-zoster.
E’ lo stesso che provoca la varicella. Dopo la guarigione da questa malattia, in genere contratta nell’infanzia, il virus non viene eliminato del tutto, ma rimane confinato, inattivo, nei gangli nervosi dei nervi sensitivi. Ci sono però condizioni che ne possono provocare il risveglio: un periodo stressante, un indebolimento del sistema immunitario come quello che si osserva con l’avanzare dell’età o con l’impiego di alcuni farmaci immunosoppressori. Il virus riattivato si moltiplica e risale lungo il fascio nervoso di un nervo periferico fino a raggiungere la cute innervata da questo fascio, area che in termini tecnici si chiama dermatomero.
Nei bambini l’Herpes zoster è poco comune e in genere non si accompagna a dolore. Negli adulti man mano che si invecchia la malattia tende a essere più frequente e grave. Il primo sintomo, e anche il più insidioso, è il dolore neuropatico avvertito come una puntura, una pugnalata nell’area innervata da un nervo sensitivo, solo da un lato del corpo. In genere il dolore è intermittente.
Non esiste una posizione che aiuti a sopportare meglio il dolore. Questo sintomo può essere accompagnato da bruciore, prurito, ipersensibilità, formicolii e pizzicore.
Nella maggior parte dei casi, dopo 24-48 ore, compaiono sulla pelle arrossamento e vescicole, che si presentano in gettate successive ed evolvono in croste. Toccando queste lesioni l’infezione può trasmettersi e provocare, in soggetti che non sono mai venuti a contatto col virus, la varicella.
Il virus si combatte con farmaci antivirali, in genere sempre raccomandati sopra i 50 anni. Per accorciare la durata complessiva delle manifestazioni è importante iniziare questo trattamento il più presto possibile. Una terapia precoce sembra anche ridurre il rischio di sviluppare la complicanza più temibile, cioè la nevralgia posterpetica, che si verifica nel 10-20% dei casi ed è più comune man mano che si invecchia, ed è caratterizzata dalla persistenza di dolore neuropatico a distanza di settimane, mesi o anni dalla scomparsa delle lesioni cutanee dell’Herpes zoster.
Per controllare il dolore nella fase acuta si ricorre a farmaci analgesici, utilizzati regolarmente e non “al bisogno” con una strategia a scalini che combini progressivamente più farmaci in caso di mancata risposta. Recentemente, è stato approvato dall’Agenzia Europea dei Medicinali un vaccino costituito da un virus attenuato che viene proposto in soggetti con più di 60 anni non immunodepressi per la prevenzione dell’Herpes zoster.