Anziani malnutriti e spesso lasciati soli. Il fenomeno della malnutrizione degli anziani non è un qualcosa osservabile sono nei paesi del cosiddetto “terzo mondo”, ma in Europa, le persone anziane a rischio di malnutrizione sarebbero circa 33 milioni. Tale fenomeno è riscontrabile soprattutto in quelle persone che vivono sole, senza il sostegno della famiglia o che soffrono di malattie croniche, tipo ictus, Parkinson, le quali presentano dei grossi deficit della deglutizione.
Qualche giorno fa appariva l’allarme che moltissimi italiani rinunciano a curarsi per difficoltà economiche. Ora altro dato preoccupante: circa il 50% degli anziani ricoverati appare malnutrito, segno che la nutrizione è insufficiente, sotto il profilo quantitativo ma soprattutto qualitativo. La malnutrizione ostacola la guarigione. Tutto ciò oltre ad avere un impatto sulla salute dei pazienti, ha un grosso impatto anche sul SSN, aumentando i tempi di ospedalizzazione e di conseguenza i costi delle spese sanitarie.
Lo hanno sottolineato gli esperti di Sinuc, la Società italiana di nutrizione clinica e metabolismo, durante il Congresso nazionale tenutosi a Roma.
Spesso la malnutrizione non viene diagnosticata e, anche quando lo è, non sempre viene curata in modo adeguato perché si sottovaluta il problema, in particolare l’importanza che la massa muscolare e la forza fisica hanno per il recupero dopo un ricovero e la malattia stessa.
Eppure è un problema facilemente superabile. Allo stesso congresso sono stati presentati i risultati dello Studio Nourish, una delle più vaste ricerche cliniche sugli effetti della supplementazione nutrizionale orale sugli anziani malnutriti (over 65).
I risultati del nuovo studio clinico dimostrano che la terapia con un supplemento nutrizionale orale è associata a una riduzione del 50% del tasso di mortalità, nei 90 giorni successivi alla dimissione ospedaliera, in una popolazione di pazienti anziani malnutriti con malattia cardiaca o polmonare. Gli autori dello studio, pubblicato recentemente su Clinical Nutrition, hanno stimato che, nell’ambito di questa popolazione, si potrebbe salvare una vita ogni 21 pazienti che assumono supplementi nutrizionali a fini medici speciali.
Bibliografia: www.corriere.it – www.ansa.it – www.pharmaretail.it – www.nursetimes.org
Farmacia 3.0 – rubrica a cura del dottor Alberto Di Muria