Nel corso del lockdown, presi da differenti preoccupazioni, in quanti hanno davvero potuto realizzare cosa significhi gestire un’impresa che, da un giorno all’altro, subisce le limitazioni imposte dai decreti? Cosa si prova nel progettare e pianificare il futuro dei propri dipendenti e trovarsi, il giorno seguente, a gestire la cassa integrazione? A rapportarsi con gli ormai noti codici ATECO, con le difficoltà di mobilità all’interno della nazione, con gli approvvigionamenti resi impossibili dai divieti di circolazione. E poi con il valzer di decreti ed ordinanze che, di giorno in giorno, hanno mutato le abitudini lavorative e con gli annunciati benefici fiscali che, in diversi casi, non sono stati mai concretizzati.
Di tutto ciò abbiamo discusso in un’intervista ad Emilia Pagano, Direttore Generale del Gruppo Pagano, azienda specializzata nella realizzazione di grandi opere pubbliche oltre che leader nel settore dell’impiantistica e delle costruzioni tecnologiche, la quale vanta un’esperienza trentennale e che ha una sede operativa a San Pietro al Tanagro. Il racconto minuzioso di Emilia, che traccia con lucidità e professionalità queste settimane contraddistinte dall’emergenza sanitaria, tocca vari aspetti della vicenda. Il Gruppo Pagano è stato fermo per due settimane, fatta eccezione del cantiere della Pedemontana veneta. Inoltre ha adottato una linea singolare, anticipando a proprie spese la cassa integrazione per i dipendenti pur non avendo prodotto nel periodo di riferimento.
I vertici dell’azienda in poche settimane hanno dovuto rivedere totalmente le modalità di esecuzione dei lavori, affrontando anche le difficoltà legate al blocco dell’indotto che ruota intorno al settore, tra cui ristoranti, hotel che ospitano gli operai e servizi di mensa, fermi anch’essi a causa della pandemia.
Ma la sicurezza e la salute dei collaboratori vengono prima di tutto e quindi il Gruppo Pagano si è da subito attivato per integrare i Piani operativi di sicurezza con DPI, igienizzazione di locali, sedi e mezzi utilizzati dagli operai, logistica e adozione della pratica dello smart working. Settimane intense, dunque, ma senza perdere mai di vista l’obiettivo prioritario dell’azienda, con una squadra tenace che, seppure in un momento doloroso per l’intera nazione, si è fatta forza, rimboccandosi come sempre le maniche, e oggi a testa alta ha ripreso la propria attività a pieno regime.