Si è svolto questa mattina, all’Università degli Studi di Salerno, un dibattito con Marco Cappato, dal titolo “Liberi di disobbedire? Discussione sul tema dell’eutanasia legale, testamento biologico e disobbedienza civile“. Cappato, già eurodeputato e parlamentare, dal 2012 è promotore del Congresso mondiale della libertà di ricerca e della campagna “Eutanasia legale“.
Durante l’incontro è intervenuto Franco Di Paola, difensore di Cappato nella vicenda giudiziaria che lo vede imputato per aver aiutato Fabiano Antoniani, conosciuto come dj Fabo, a porre fine alla sua vita in Svizzera il 27 febbraio 2017 per mezzo del cosiddetto suicidio assistito.
“E’ stato difficile assistere Marco, perché la sua idea era di andare a processo per la disobbedienza civile e consentire di processare l’articolo 580 del Codice Penale, norma tesa a tutelare l’inviolabilità della vita – dichiara Di Paola – Marco voleva portare a conoscenza l’opinione pubblica che non può esistere una dittatura della maggioranza di Governo che non consente la libertà di opinione e di scelta“.
La battaglia di Cappato per una legalizzazione sull’eutanasia nasce nel 2007 attraverso una disobbedienza civile pacifica.
“Il diritto a scegliere, che è alla base della mia disobbedienza civile, è un tema socialmente rilevante, insieme all’assunzione delle responsabilità – dichiara Marco Cappato – Ma solo se viene portata a conoscenza della gente una disobbedienza civile può contribuire a cambiare la realtà delle cose. Infatti, dj Fabo con la sua scelta ha contribuito all’approvazione sulla Legge del Testamento Biologico. La Corte Costituzionale ha sospeso il processo nei miei confronti sulla vicenda di dj Fabo perché ha chiesto al Parlamento di pronunciarsi in merito ma, dopo sei mesi, ancora non hanno concluso niente. Il danno grave che scaturisce da queste vicende è la perdita di credibilità nella democrazia e nel Parlamento, oltre al dramma della mancata scelta che vivono le persone affette da malattie invalidanti“.
– Rosanna Raimondo –