E’ morto in Svizzera alle 11.40 di ieri Dj Fabo, nome d’arte di Fabiano Antoniani, rimasto cieco e tetraplegico dopo un incidente stradale e giunto in terra elvetica per sottoporsi al suicidio assistito. Ad accompagnarlo Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione “Luca Coscioni” che ormai da anni si batte per l’affermazione del diritto all’autodeterminazione. L’avvocato di Teggiano Filomena Gallo è il segretario dell’associazione e, raggiunta da Ondanews, ha approfondito gli aspetti della faccenda che tanto sta facendo discutere il Paese, soffermandosi in modo particolare sull’attuale situazione legislativa italiana a riguardo.
“Marco Cappato rischia fino a 12 anni di reclusione – ci spiega Filomena Gallo – perchè il codice penale prevede una pena per chi assiste o determina altri al suicidio“. L’avvocato Gallo racconta di come Dj Fabo abbia cercato il sostegno all’associazione intitolata al noto politico malato di SLA. “Ci ha cercato tramite la sua fidanzata – spiega – e ha chiesto a Marco Cappato di potersi esprimere attraverso tre video, di cui uno inviato al Presidente Mattarella, tutti caduti nel vuoto. Poi ha chiesto a Marco che lo accompagnasse in Svizzera“.
E’ una lunga chiacchierata quella con Filomena Gallo e nelle sue parole si avverte quanto sia forte il desiderio di tutelare i diritti di ognuno, di stimolare il legislatore riguardo al fine vita, sulla scia di una lunga battaglia, quella combattuta dalla “Coscioni”, che viene da lontano. “In Italia non esistono leggi sul testamento biologico e l’eutanasia – sottolinea – Nel 2013 abbiamo depositato due proposte di legge di iniziativa popolare e da lì ha preso il via un iter che, a marzo dello scorso anno, ha condotto alla calendarizzazione della discussione in aula. Attualmente l’esame del testo relativo al testamento biologico è stato rinviato già tre volte per mancanza dei pareri delle Commissioni competenti“.
“Chiediamo la legge sul testamento biologico – sottolinea Filomena Gallo – per evitare che si torni nei tribunali per ottenere l’affermazione di una volontà, come accadde per il caso di Eluana Englaro. Inoltre i sondaggi ci evidenziano che più della metà degli italiani è favorevole a questo genere di leggi. Perchè le buone leggi evitano l’illegalità e fanno bene a tutti“.
– Chiara Di Miele –