La morte di Fabiano Antoniani, avvenuta in Svizzera, ha riportato al centro del dibattito il tema dell’eutanasia e suicidio assitito. Dj Fabo, cieco e tetraplegico a seguito di un incidente stradale, ha deciso di ricorrere al suicidio assistito in una clinica svizzera. Una procedura che in Italia non è prevista per legge e che in questi giorni ha sollevato nuovamente il dibattito sul tema della “dolce morte”. Un tema che indubbiamente interroga la profondità di ognuno e sul quale sono intervenuti anche i sindaci del Vallo di Diano, premettendo, nei loro interventi, la consapevolezza di ognuno di scegliere liberamente.
Favorevoli al tema eutanasia, il sindaco di Polla Rocco Giuliano che parla di “legge necessaria per la dignità dell’uomo”, unitamente al sindaco di Padula, Paolo Imparato, e al sindaco di Pertosa, Michele Caggiano. Stesso pensiero per Attilio Romano, sindaco di Casalbuono che oltre a dichiararsi favorevole, ha sottolineato la “gravità del fatto che alcuni cittadini italiani decidano di andare a morire in Paesi che hanno avuto maggiore coraggio nell’affrontare certe scelte”.
Un invito alla riflessione e a valutare caso per caso, giunge dal sindaco di Sanza, Franco De Mieri e da Michele Di Candia, sindaco di Teggiano. Entrambi i sindaci, parlano di “una valutazione fatta caso per caso e solo se al paziente, eventualmente, non è data nessuna speranza di recupero e tenendo conto che la vita è un dono unico”.
Uno dei primi firmatari del testamento biologico, è invece Tommaso Pellegrino, sindaco di Sassano che sottolinea la scelta da “cristiano cattolico convinto” lasciando ad ognuno la libertà di decidere del proprio destino. Un’attenta disamina del problema ed una legge che regolamenti le varie situazioni, è il pensiero del vicesindaco di Atena, Sergio Annunziata, del sindaco di Sala, Francesco Cavallone e di Domenico Quaranta, sindaco di San Pietro al Tanagro che sottolineano all’unanimità la “libertà di coscienza con limiti ben precisi”.
Contrari, infine, il sindaco di Montesano, Giuseppe Rinaldi, che sottolinea “l’unicità e irripetibilità della vita e la sua tutela” ed il sindaco di Monte San Giacomo, Raffale Accetta che ha sottolineato la “sacralità della vita senza nessun diritto dell’uomo a decidere se toglierla o meno”.
Non si esprime sull’argomento il sindaco di San Rufo, Michele Marmo.
– Claudia Monaco –