Dall’introduzione dell’euro nel lontano 2002 ad oggi i prezzi e le tariffe in Italia per beni e servizi di largo consumo sono aumentati mediamente del +59,1%. E’ questo quanto denuncia il Codacons che ha diffuso tutti i numeri sul fenomeno a distanza di 15 anni dal passaggio dalla lira all’euro.
“Il Codacons fu la prima associazione che nel gennaio 2002, quando venne introdotto l’euro, denunciò gli aumenti selvaggi e le speculazioni da changeover – spiega il Presidente Carlo Rienzi – All’epoca venimmo accusati di euroscetticismo e di terrorismo mediatico, mentre oggi tutti ci danno ragione, perché la prova di ciò che è successo è sotto gli occhi di chiunque, a partire dagli stessi commercianti, prime vittime della loro stessa politica suicida”.
Dal gennaio 2002 al gennaio 2017 i cittadini italiani hanno subìto rincari medi del +59,1%, con punte del +207,7% per una penna a sfera, ad esempio, +198,7% per un tramezzino consumato al bar, +159,7% per un cono gelato, come spiegano dal Codacons, comprare un giornale costa il 94,8% in più, ma va meglio con l’espresso al bar (+34,3%) mentre la pizza margherita ha subìto un rincaro del +103,9%.
Gli aumenti di prezzi e tariffe degli ultimi 15 anni hanno determinato una maggiore spesa a carico degli italiani complessivamente pari a 14.183 euro a famiglia, contribuendo alla perdita di potere d’acquisto e al generale impoverimento del ceto medio, così come calcolato dall’associazione che tutela i consumatori. Ad impressionare è il confronto tra i prezzi dei beni di largo consumo dalla lira all’euro realizzato dal Codacons e che dimostra l’andamento dei listini al dettaglio dagli ultimi giorni delle lire (dicembre 2001) fino ai giorni nostri.
– Chiara Di Miele –