Si è svolta ieri pomeriggio a Salvitelle, la tradizionale Corsa a piedi nudi dal Monte Serra San Giacomo a cui hanno preso parte 42 uomini nati o residenti a Salvitelle, di cui 6 bambini.
Come da tradizione i partecipanti sono saliti su Serra San Giacomo per scendere a piedi nudi, tra rovi, pietre e sterpaglie, e raggiungere la chiesa di San Sebastiano per baciare il simulacro di San Sebastiano Martire.
Al termine della corsa hanno immerso i piedi e le gambe in una tinozza colma di vino locale per disinfettare le ferite provocate lungo la discesa e sono stati visitati dal dottor Stefano Tortoriello.
Il primo podista a varcare la soglia della Chiesa Madre è stato Francesco Brancato, che ha compiuto la discesa dal monte in poco più di 5 minuti, seguito da Luciano Manzella e Antonio Grippo.
Da diversi anni la discesa è particolarmente difficile perché, oltre alla fitta vegetazione, il terreno è friabile a causa delle piogge infatti alcuni dei partecipanti hanno riportato graffi ed escoriazioni ai piedi.
La corsa affonda le sue radici nel periodo della dominazione francese, intorno all’anno 1791, quando sul Monte Serra San Giacomo si esercitavano i fucilieri francesi. I pastori locali beffeggiavano i soldati che per salire sulla montagna allacciavano bene le stringhe degli scarponi militari, mentre loro pascolavano pecore e capre a piedi nudi. I pastori sfidarono i soldati e fecero il percorso a piedi nudi, vincendo la sfida.
Con la restaurazione della Monarchia, durante i solenni festeggiamenti in onore di San Sebastiano Martire, Patrono di Salvitelle fu aggiunta all’antichissima lotta greco-romana anche la corsa a piedi scalzi lungo il Monte Serra San Giacomo.
Al termine della corsa è iniziata la lotta greco-romana, una delle 5 discipline che componevano il Pentathlon, una gara sportiva multipla che entrò a far parte delle Olimpiadi nel 708 a.C.
Dopo la lotta si sono svolti i riti religiosi in onore a San Sebastiano e la serata è terminata con lo spettacolo bandistico.
– Rosanna Raimondo –
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