L’imminente Fase 2 dell’emergenza sanitaria apre una serie di dubbi e alimenta non poche preoccupazioni soprattutto tra gli imprenditori e i commercianti. Settimane di blocco delle attività non si potranno cancellare con un colpo di spugna. La ripartenza non sembra essere del tutto agevole, a causa delle diverse restrizioni imposte da Governo e Regioni, e la crisi incombe su vari settori.
Ne abbiamo parlato con Carmine Santangelo, noto imprenditore valdianese nel settore delle costruzioni che, però, negli anni ha investito molto anche nel settore alberghiero e della ristorazione, ristrutturando un antico torrione nel centro storico del suo paese, Atena Lucana, e dando così vita all‘Hotel Villa Torre Antica, struttura ricettiva particolarmente apprezzata dai turisti ma anche dalle persone del posto. Santangelo è un imprenditore con la giusta sensibilità per poter guardare da un punto di vista obiettivo l’attuale situazione, sempre attento ai lavoratori e profondamente legato al territorio in cui vive e opera, tanto da riqualificare una vasta zona del centro storico atinate per attrarre visitatori.
- Come sarà la ripartenza nella Fase 2 per le imprese edili?
In questi 2 mesi purtroppo hanno solo perso tempo in chiacchiere. Il problema prioritario sembra essere stato come fare per permettere lo jogging alla gente che è stata sempre sul divano. La ripresa delle imprese sarà quasi impossibile perché se già prima era dura a causa dei prezzi bassi e dei mancati pagamenti, adesso dopo 2 mesi di mancata produzione e con le norme alle quali ci dobbiamo attenere sarà peggio. Si è parlato di centinaia di miliardi stanziati alle imprese. Ma dove sono? Avete provato a chiedere in banca? Se e quando ci saranno, si dovrà rispondere positivamente ad una serie innumerevoli di punti. Ma se già prima avevamo difficoltà all’accesso al credito, figuriamoci dopo 2 mesi di fermo. Quindi potranno eventualmente farlo solo le grandi imprese, perché o non hanno sofferenza in centrale rischi o bisogna aiutarle per evitare il fallimento e che ci rimettano banche e Stato.
- Guardando la problematica con gli occhi di chi si occupa anche di ristorazione, cosa si sarebbe potuto fare per evitare quello che è un vero e proprio dramma di questa categoria?
Dovevano aiutarci con finanziamenti, non dico a fondo perduto, ma almeno a tasso zero. Ma subito, senza fare valutazioni varie per poi dire di no o aspettare che la gente fallisca. A cosa serve l’apertura ai pranzi da asporto? Forse in qualche grande città, dove la densità di popolazione è notevole, può anche essere d’aiuto, ma da noi chi ordina il pranzo da asporto e con quali soldi lo paga se prima non ripartono le imprese e le altre attività? Se qualcuno apre adesso ci rimette anche l’energia che consuma.
- Crede in una effettiva ripresa dopo questi mesi di stop?
Purtroppo in questo modo non ci sarà mai ripresa. Aspettiamo ogni sera le belle parole di Conte che ci prende in giro e il giorno dopo la replica della minoranza che critica per fare politica. Ad alcune partite Iva hanno dato 600 euro. Come mai ne bastano così pochi se poi, con gli studi di settore, quando si tratta di ricevere le tasse il minimo ammonta a 3000 euro? Come mai si è dovuta fare una richiesta con i terminali INPS bloccati? Eppure le partite Iva e gli indirizzi erano gli stessi a cui si inviano le tasse da pagare. I terminali si sono bloccati nel momento in si dovevano pagare i loro stipendi? Così non ne usciamo fuori. Invece di usare i social per mostrare quello che mangiamo o tutte le sciocchezze che abbiamo visto in questi giorni, perché non li utilizziamo per esporre i veri problemi? Perché non facciamo un referendum social per scegliere da chi vogliamo essere guidati? Così almeno se va male è anche per colpa nostra. Invece sottostiamo a decisioni prese da chi non abbiamo scelto ma, peggio ancora, da gente che non conosce il vero problema o l’argomento di cui sta parlando o su cui sta programmando.
– Chiara Di Miele –