Il Direttore Generale della Banca Monte Pruno, Michele Albanese, ha scritto al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Pochi giorni fa lo stesso Governatore aveva richiesto un contributo, anche da parte delle istituzioni bancarie, per affrontare al meglio l’emergenza economica dovuta al Covid-19. Il Direttore Albanese ha voluto, per l’appunto, mettere in evidenza una serie di elementi che sono contenuti nella lettera.
Punto focale dell’analisi consiste nell’importanza che avranno le Banche di Credito Cooperativo in quella che dovrà essere una forte azione di rilancio e di supporto dell’economia regionale. Oltre a garantire la massima disponibilità della Banca Monte Pruno verso le diverse iniziative che saranno messe in campo, Albanese ha sottolineato la necessità di dare maggiore elasticità alle BCC che, in seguito, all’applicazione della normativa comunitaria si trovano a dover applicare norme di bilancio che pregiudicano la possibilità di erogare finanziamenti in un periodo in cui la richiesta sarà sicuramente rilevante. Una importante sollecitazione viene, pertanto, posta nell’ambito di quella che dovrebbe essere la pressione regionale e nazionale verso una cristallizzazione di alcuni principi contabili europei che bloccherebbero, di fatto, l’azione delle Banche, quando in una fase di rilancio dovrebbe essere l’esatto contrario.
Di seguito il testo integrale della lettera inviata a De Luca.
“Leggiamo con grande apprezzamento e partecipazione la sua richiesta di supporto/condivisione circa l’emergenza che stiamo vivendo. Con la presente, pertanto, cercheremo di fornire il nostro più puntuale contributo, visto anche il ruolo che rivestiamo e che ci troviamo ad avere in questo fase ma che, indipendentemente da ogni misura attiva, deve prevedere, per forza di cose, un intervento diverso ed incisivo su come le nostre aziende dovranno porsi verso l’erogazione di credilo. La normativa bancaria di caratura europea, unita all’avvento delle Capogruppo, che hanno fatto rientrare le nostre BCC nel novero delle banche “significant”, come gli altri gruppi bancari italiani, giusto per capire l’impatto regolamentare, ha limitato l’azione delle banche del territorio, che oggi si trovano ad osservare una serie di regole non coerenti con la natura delle stesse e nemmeno proporzionali alla struttura ed ai relativi numeri di bilancio. Questo ha già comportato, nel recente passato, un irrigidimento delle BCC ad erogare credito alle famiglie ed alle PMI. Ora questo irrigidimento potrà creare un vero e proprio collasso finanziario se non si riesce a creare un percorso ad hoc per queste banche, le quali sono strutture di primissimo contatto finanziario e non sui territori e di forte connotazione locale. Esse, se ben sfruttate, potranno diventare la vera variabile forte di un progetto di rilancio economico Nell’ambito regionale, come a Lei sicuramente noto, le BCC hanno una forte presenza anche dal punto di visto numerico ed avranno un ruolo imprescindibile nell’anno zero post COVID-19. Noi non vogliamo tirarci indietro, anzi, ma abbiamo lo necessità, fin da subito, di essere messi nelle condizioni migliori, senza dimenticare gli equilibri di bilancio, per poter operare e guardare subito oltre a quella normativa comunitaria, buona forse per Berlino e Bruxelles, ma non certo per Salerno, Napoli, ecc… In questa fase così delicata, l’attivazione delle moratorie dei mutui (attenzione a considerare come la moratoria sia garantita solo ai crediti “in bonis”), che congelano il debito e lo rinviano, faranno sorgere successivamente il tema della sostenibilità di questo debito a partire dal 1° ottobre 2020, in quanto dovremmo auspicare in una regolare ripresa del mercato almeno simile al periodo ante COVID-19. Questo è un primo serio problema, in quanto, vista l’eccezionalità di quanto accaduto si dovrebbero immediatamente sterilizzare gli effetti relativi al principio contabile IFRS9 sui crediti che hanno enormi possibilità di diventare, nel breve periodo, crediti deteriorati, con tutte le conseguenze del caso per la finanziabilità di queste imprese e per le quote di accantonamento delle Banche.
Le Banche oggi trovano più convenienza nel non fare credito, rispetto ad erogarlo a tassi pari allo zero, in quanto, le quote di accantonamento sulle probabili perdite future non vengono nemmeno compensate dalla redditività del finanziamento. Come preannunciavamo, questo concetto ha già stretto le maglie del credito ante COVID-19. Figuriamoci post, dove troveremo un mercato completamente falcidiato da questo maledetto periodo.
Preg.mo Governatore, oggi bisogna mettere, in primis, le Banche nella condizione di erogare e supportare l’economia, soprattutto, in una Regione come la nostra dove il capitale di rischio è quasi esclusivamente il capitale di finanziamento, e cioè quello che erogano le Banche. Proseguire verso questo stato di irrigidimento del mercato bancario, soprattutto locale, metterebbe in crisi tutta l’economia territoriale, anche quelle imprese che fino a poche settimane fa erano sane e con importanti margini di crescita. A questo dobbiamo aggiungere quelle imprese che già presentavano qualche difficoltà bancaria, che non vanno certo dimenticate. Gli interventi di supporto, al momento, non considerano i crediti già classificati come deteriorabili quali gli Utp (clientela in temporanea difficoltà finanziaria), i Past due (esposizioni scadute e/o sconfinanti che eccedono i limiti di affidamento da oltre 90 giorni). Tuttavia, anche queste posizioni potrebbero avere necessità di un tempestivo supporto finanziario per evitare il default ed il conseguente passaggio a sofferenza. In altri termini, le Autorità di vigilanza europee, pur essendo tempestivamente intervenute sui crediti assistiti da garanzie statali (moratorie), nonché su sgravi di capitoli, ispezioni, stress test e segnalazioni di vigilanza, sembrerebbero dare per scontato un incremento sopportabile per le Banche del credito deteriorato conseguente all’emergenza sanitaria in corso. Fattore anche questo che andrebbe ad accrescere quell’irrigidimento che accennavamo prima. Anche il Financial Times del 17 marzo scorso affronta, anche attraverso interviste ai principali esperti del settore, il tema della ciclicità indotto dall’IFRS9 e, specificamente, della grave minaccia prodotta dal citato principio contabile a seguito dell’emergenza sanitaria del Covid-19 che rischia di paralizzare il settore bancario per effetto degli accantonamenti preventivi sui crediti. Sono numerosi, quindi, i nodi che vanno sciolti al fine di avviare concretamente una ricostruzione vera e propria, che passa per forza di cose per il mondo bancario e se si osserva la Regione Campania, anche per le Banche di Credito Cooperativo. Oggi è fondamentale una pressione sulla normativa bancaria europea che vada a tutelare, di conseguenza, attraverso le Banche, tutte le aziende e tutte le famiglie che chiedono liquidità per affrontare questa emergenza. La sterilizzazione completa del principio IFRS9 è da ritenersi fondamentale in questo frangente così particolare.
Riteniamo non vincente la modalità del “fondo perduto” che ha creato diversi danni nel nostro Sud, ma la necessità è puntare a sciogliere i nodi che bloccano le nostre Banche del territorio di fronte alla pesante normativa bancaria europea. Oggi tutti hanno bisogno di supporto, anche chi ha avuto problemi pregressi oppure pagamenti scaduti/in ritardo, l’emergenza è per tutti, altrimenti si rischia di far crollare un contesto economico già ricco di problematiche. Quello che era adeguato solamente 45 giorni fa, risulta totalmente inadeguato oggi e lo sorà sempre di più con il passare del tempo. Purtroppo è già chiaro come le Istituzioni Europee siano sorde di fronte al grido di allarme italiano, ma di diverso avviso potrebbe essere anche la Vigilanza Nazionale che potrebbe avere un ruolo di pressione molto più incisivo. Lo strumento del Microcredito Centrale, ad esempio, con le sue garanzie rappresenta un campo favorevole per le Banche e verrà certamente utilizzato, ma l’acquisizione di una garanzia statale poggia su cardini che oggi, post COVID-19, sono ampiamente crollati. Questo fa paura. Molta paura. Necessaria una semplificazione del processo, oltre che un ampliamento delle categorie che possono accedervi. Con favore si possono guardare ulteriori fondi di garanzia che vadano a calibrare la loro offerta vero quel mercato più rischioso per le Banche. Lo sforzo, oggi, deve essere totale, da parte di tutti. Noi siamo pronti a finanziare le PMI, ad anticipare eventuali risorse che dovranno successivamente essere erogate, ciò a partire dalle quote degli autonomi o della cassa integrazione. Siamo a sua/vostra completa disposizione. La prima mossa, indispensabile, è dare maggiore libertà alle Banche nel supporto all’economia, liberandole, nel vero senso della parola, da una normativa europea che già ha tolto troppo. Per il resto, oggi, la Regione Campania, così come sta facendo, deve guardare oltre le misure nazionali e già pensare a quello che accadrà alle aziende virtuose quando finirà la moratoria di sei mesi dei mutui. In quel frangente così come oggi saranno le Banche a dover rispondere presente e lo potranno fare se i vincoli presenti vengono allentati. La stessa Regione dovrà dare supporto a quelle categorie che le Banche, in questa fase, guardano con circospezione, perché molto rischiosi o con pregressi problemi. Ci rendiamo disponibili, fin d’ora, per ogni esigenza che dovrebbe sorgere, certi che mai come in questo momento è indispensabile il contributo di tutti”.
– redazione –