Lettera del sindaco di Polla Rocco Giuliano al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, al Direttore Generale dell’ASL Salerno Dott. Mario Iervolino, al Direttore del Distretto Sanitario 72 di Sala Consilina Dott. Claudio Mondelli, al Direttore Struttura Complessa Servizio Igiene e Sanità Pubblica Arcangelo Saggese Tozzi, alla Responsabile del Dipartimento Prevenzione Asl Salerno Distretto 71 – 72, Dott.ssa Rosa D’Alvano.
Mi rivolgo alle SS.LL. al fine di richiedere, con deferente cortesia, l’adozione di ulteriori e più incisive misure atte a contenere e a gestire l’emergenza sanitaria e sociale da Covid-19 sull’intero territorio del Vallo di Diano e del Tanagro.
A dieci giorni dall’adozione dell’Ordinanza del Presidente della Regione Campania n.18 del 15.03.2020, con la quale venivano disposte per i comuni di Polla, di Sala Consilina, di Atena Lucana e di Caggiano, più specifiche e gravi misure, rispetto a quelle statali, di contenimento del rischio di diffusione dell’epidemia da Covid-19, la situazione si aggrava ogni giorno di più e drammaticamente; analoghi provvedimenti sono stati estesi anche al Comune di Auletta il cui Sindaco, unitamente al Vice Sindaco, risulta essere stato contagiato dal virus.
Aumenta, dunque, in maniera esponenziale e costante, di ora in ora, il numero delle persone contagiate, ad oggi pari a 74, su una popolazione di circa 60.000 abitanti; condivido con le SS.LL. il drammatico dato dei tre decessi negli ultimi sette giorni nel Vallo di Diano (su un totale di 56 deceduti in tutta la Regione Campania). I numeri del nostro territorio, purtroppo, così come quelli riferiti all’intero territorio regionale, sono destinati, stando alle stime degli esperti, drammaticamente ad aumentare nelle prossime ore.
A ciò aggiungasi la circostanza di significativa importanza riferita all’età media dei cittadini del Vallo di Diano molti dei quali over 60.
In considerazione di tanto, in qualità di Sindaco del Comune di Polla, mi vedo costretto a riferire, con grandissima preoccupazione, tutta una serie di criticità che sono emerse, con estrema evidenza, nelle prime fasi dell’emergenza Covid-19, in particolare, nelle procedure previste per l’accertamento da parte dei sanitari dei contagiati da Sars-CoV2. Mi riferisco principalmente all’acceso ai tamponi da parte di persone che presentano evidenti sintomi di contagio o che sono stati a stretto contatto con persone di cui già si è accertato il contagio stesso.
È allarmante che, ad oggi, in una zona ritenuta FOCOLAIO come l’intero Vallo di Diano, familiari conviventi di persone contagiate, alcune delle quali ricoverate o, peggio ancora, in taluni casi, poste in terapia intensiva, sono ancora in attesa, dopo oltre una settimana, sia del prelievo del campione rinofaringeo sia degli esiti di tamponi già eseguiti. Se oggi si parla dell’importanza di effettuare tamponi su persone asintomatiche, ai fini di prevenire e di contenere anche il contagio di ritorno, a maggior ragione vanno immediatamente eseguiti i prelievi previsti su tutte quelle persone di cui vi è alta probabilità di intervenuta trasmissione.
Ancora, se si parla a ragione e con insistenza di aumentare, ovunque, il numero di posti letto negli ospedali e le unità di terapia intensiva è altrettanto fondamentale e risolutivo aumentare e potenziare i singoli laboratori di analisi dei tamponi, lungo la via già tracciata dell’amministrazione regionale che si sta distinguendo per il suo forte impegno per le iniziative già messe in campo.
Stessi timori valgono, stante la testimonianza e le segnalazioni dei diretti interessati, per tutte quelle categorie di soggetti che, tenuto conto dell’attività lavorativa o di volontariato espletata, sono principalmente esposti a probabili occasioni di contagio (medici ospedalieri, medici di base e pediatri, infermieri, operatori sanitari, personale addetto alla pulizia e disinfezione degli ambienti ospedalieri, personale a bordo dei mezzi di soccorso sanitario, personale di sorveglianza, nonché Militari, Forze dell’Ordine, Agenti della Polizia Municipale, Tecnici e Operai Comunali, Volontari della Protezione Civile, Farmacisti, il personale dei supermercati e di ogni altro addetto impiegato nelle attività non sospese e ancora aperte al pubblico). Per ciascuna di queste categorie appare necessario provvedere all’effettuazione di tamponi, il prima possibile e con comunicazione rapida degli esiti, oltre che a garantire ai predetti soggetti, con continuità, la dotazione degli opportuni e necessari dispositivi di sicurezza.
Inoltre, particolare attenzione merita la problematica riferita al trattamento delle persone poste in isolamento domiciliare per accertata affezione da Coronavirus, le quali, a quanto apprendo, spesso sono sottoposte unicamente ad un monitoraggio a distanza delle condizioni cliniche che, benché si presentino stazionarie, di fatto, in molti casi si aggravano improvvisamente e in maniera irreversibile. Si avverte un’avvilente sensazione di impossibilità ad assicurare le cure e le terapie mediche tempestive e necessarie a salvare la vita delle persone; si constata che, sovente, i contagiati vengono spesso ricoverati quando già le loro condizioni cliniche sono ampiamente compromesse.
Per tutti questi motivi, mi sento di condividere appieno l’opinione di quanti, di chi impegnato in prima linea nelle corsie degli ospedali o di autorevoli membri della Comunità Scientifica, invocano a gran voce un drastico cambio di rotta nelle procedure di accesso ai tamponi da parte dei cittadini e, principalmente in taluni territori quale il nostro, già gravemente interessato dall’epidemia.
È mia opinione adottare, al più presto, una politica differenziata (case to case) per ogni singolo territorio in base al rapporto popolazione/contagiati e, nell’ambito dello stesso, effettuare il maggior numero di tamponi possibili per avviare immediatamente i contagiati al percorso di cure necessarie, per individuare i soggetti asintomatici e per prevenire il sorgere di nuovi focolai di contagio.
Tutti gli italiani, in queste settimane, pur consapevoli dello stravolgimento delle loro vite, con enorme senso di responsabilità, hanno adottato la regola fondamentale del distanziamento sociale; anche i sindaci stanno contribuendo a rendere efficaci le misure altamente restrittive emanate dagli Organi di Governo Centrali e Regionali; occorre tuttavia – hic et nunc – giungere ad adottare e a rendere operativo, esaltando le peculiarità anche normative di ogni singola Regione, sul modello sudcoreano già realizzato, la politica di “una persona un tampone“, con particolare attenzione al personale sanitario, oltre che a porre in essere attività di alta diagnostica (implementazione dei tamponi mirati) e di maggiore controllo sociale.
Faccio voto, dunque, affinché le SS.LL. predispongano tempestivamente quelle misure atte a potenziare i meccanismi di effettuazione di tamponi sull’intera popolazione del Vallo di Diano ovvero rafforzino quantomeno le procedure dei tamponi mirati e rimodulino, per quanto di competenza, le strategie e i tempi inerenti la sorveglianza attiva dei soggetti già contagiati e sottoposti ad isolamento domiciliare.
– Rocco Giuliano –