“L’incremento di altri 300 milioni ai 600 già stanziati per il piano socio economico della Regione Campania, permetterà di adeguare tutte le pensioni al di sotto di 1000 euro, a 1000 euro per i mesi di maggio e giugno. Ben 250mila pensionati della Campania beneficeranno di questo provvedimento della Regione Campania, che è l’unico, su base nazionale, che tutela una parte dei pensionati“. Così il segretario generale Fnp Cisl Campania, Augusto Muro.
“Ciò è avvenuto a seguito della piattaforma unitaria Cgil, Cisl, Uil presentata alla Regione con tutta una serie di richieste di provvedimenti che il governatore ha parzialmente accolto – spiega -. Come si vede il Sindacato è presente, c’è, serve“.
Due settimane fa la Fnp Cisl ha lanciato a De Luca l’allarme circa la situazione nelle case di cura e con tempestività sono state predisposte delle ispezioni che hanno rivelato la presenza di focolai, così come poi è avvenuto nelle case di cura di tutta Italia, con conseguenti decessi di moltissimi anziani.
“Continuiamo a ritenere doveroso che si debba agire con maggiore energia e tempestività, al fine di monitorare e tutelare meglio la situazione del Coronavirus – afferma Muro -. Auspichiamo misure economiche rapide e risolutive, al di là di chi è favorevole o no al Mes e agli Eurobond. C’è un’emergenza internazionale, non causata da nessuno e ci siamo mossi chi più e chi meno con lentezza. Per fortuna la Campania si è mossa tempestivamente di fronte a questa emergenza“.
Di fronte a questa epidemia bisogna agire, secondo il segretario della Cisl, con interventi straordinari, produrre risorse straordinarie aggiuntive a tutte le altre e in grado di non creare altri debiti né per le persone né per le imprese, né per le Regioni né per lo Stato, bensì a fondo perduto.
“Nessuno lo dice, si litiga su tutto, non è possibile affrontare questa emergenza senza una forte decisione delle istituzioni che pongano a disposizione delle risorse straordinarie in maniera il più possibile automatica e senza lungaggini burocratiche, ma che raggiungano i cittadini e le imprese che sono chiuse da più di un mese e che sono in forte sofferenza – spiega -. Riteniamo che il Sindacato Confederale debba farsi portatore di queste istanze e ragionare con le controparti sia a livello nazionale che europeo. Occorre ripensare a meccanismi economici rapidi ed efficaci, non dobbiamo pensare alla stessa maniera di prima, il Coronavirus ci ha insegnato che prima viene l’uomo, la sua salute, il suo benessere e poi il profitto economico. Bisogna rallentare i ritmi e rivalutare la scala delle priorità“.
Per Muro è necessario quindi chiedere l’abolizione per il 2020 delle addizionali regionali e comunali, al fine di aiutare famiglie ed imprese, rifacendosi sul fondo di garanzia di 400 miliardi stanziati dallo Stato per reintegrare queste somme. “La situazione attuale di emergenza ha fatto rilevare alcuni aspetti importanti, da tenere in considerazione, per uno stile di vita futuro meno frenetico e più a misura d’uomo – prosegue -. I risultati del lavoro agile, in taluni casi già previsti per molti settori, restituiscono risultati importanti in questi mesi in cui è possibile solo lavorare a distanza. Ecco perchè sottovalutare tale aspetto sarebbe un errore. Infatti è inutile stilare programmi di riapertura delle attività se prima la pandemia non sia calata ed è proprio per questo che si chiede un aiuto di risorse straordinarie, a fondo perduto, per le famiglie e piccole e medie imprese”.
Una classe dirigente a qualunque livello sia, pubblica o privata, deve dimostrare in questo momento tutto il suo senso di responsabilità per servire il bene comune ed affrontare la Fase 2 senza commettere gli errori del passato ma su basi nuove, su temi nuovi come l’ambiente, la ricerca, il territorio, la formazione, perchè, secondo Muro, “solo in questo modo riusciremo a iniziare un nuovo corso che tuteli le persone, il lavoro, la produzione, la capacità di svolgere ogni sforzo perché una vita a dimensione d’uomo possa essere vissuta“.
– Chiara Di Miele –