Nelle ultime settimane la cospicua presenza di cinghiali, in particolar modo sul territorio degli Alburni, ha alimentato quella che è possibile definire una vera e propria emergenza. Accompagnata oltretutto da numerose prese di posizione, tra cui quella del sindaco di Ottati Eduardo Doddato, la cui ordinanza di abbattimento della specie, poi revocata, ha fatto molto discutere (WWF ed Ente Parco sono intervenuti in contrasto con il primo cittadino alburnino).
La problematica è arrivata fino in Regione e, ieri mattina, al Tavolo Tecnico convocato al Centro Direzionale per discutere dell’emergenza cinghiali erano presenti in molti, tra cui lo stesso Doddato, delegato dal Presidente ANCI Campania Giuseppe Romano (Doddato aveva fatto richiesta all’Associazione dei Comuni di coinvolgere i sindaci al Tavolo), Vincenzo Luciano di Uncem Campania, vari sindaci del Salernitano, i Presidenti ATC delle Province campane, Coldiretti, FederCaccia e il delegato del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni Domenico Fulgione. Inoltre era presente Corrado Martinangelo, della segreteria particolare del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina.
“Per la prima volta, dopo una mia proposta in Regione, si è avuta una riunione composita – ha dichiarato Corrado Martinangelo a Ondanews – L’incontro è stato sostanzialmente positivo e adesso ai princìpi tracciati devono seguire delle decisioni“.
Martinangelo fa una distinzione tra gli interventi di medio e lungo termine e quelli da attuare nel più breve tempo possibile per mettere un argine alla problematica. “Bisogna rivedere e rendere più operativa l’attuale legge regionale in materia e dare maggiore equilibrio alla Legge 394, istitutiva dei Parchi – spiega – Nel breve tempo, invece, è necessario contenere la diffusione della specie, aumentare i controlli, verificare se è possibile allungare il calendario venatorio per la caccia al cinghiale e sperimentare la ‘girata’, particolare tipologia di caccia“.
Martinangelo, inoltre, evidenzia come, attraverso il Piano di Sviluppo Rurale, sia possibile creare una filiera del cinghiale controllata da specifica certificazione e “finanziare le recinzioni dei terreni degli agricoltori, categoria più lesa dalla presenza degli ungulati“.
Un roseo bilancio, quindi, quello registratosi dopo l’incontro di ieri in Regione, vista da parte dell’Ente la promessa di prendere misure e iniziative in tempi brevi per cercare di risolvere il problema che, ormai da molto tempo, attanaglia troppe terre.
– Chiara Di Miele –
Un tavolo tecnico nel quale sedevano due organismi insulsi: il WWF e l’Ente Parco. Il primo fa bolsa teoria con gli occhi coperti di prosciutto, il secondo è ormai in piena confusione e non sa perché fu istituito. L’Ente Parco va ripensato con le dovuto modifiche alla legge 394 e limitandone le competenze sul territorio. Peraltro, insieme, non hanno cognizione del tempo. Qui occorre intervenire subito, senza esitazione alcuna e con mezzi adeguati anche di sterilizzazione. Inoltre, limitare le zone introducendovi mangime adeguato per i cinghiali.