La necessità di un contenimento dei cinghiali nei territori montani e collinari italiani approda alla Camera dei Deputati. Ieri pomeriggio il sottosegretario Silvia Velo ha infatti risposto all’interrogazione a risposta immediata sulle misure atte a contenere la proliferazione degli ungulati presentata dai deputati Enrico Borghi, insieme ai colleghi Ermete Realacci, Chiara Braga, Tino Iannuzzi, Alessandro Mazzoli e Oreste Pastorelli. “Sono stati chiariti alcuni punti fondamentali per inquadrare e risolvere le problematiche evidenziate da sindaci, associazioni agricole ed Enti Parco – precisa Borghi, Presidente nazionale dell’Uncem e presidente dell’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna – Ma il Sottosegretario Velo ha ribadito anche gli strumenti già a disposizione, che devono essere sempre più condivisi tra le regioni individuando una stretegia chiara e stabile per i prossimi anni“.
La grande proliferazione della fauna selvatica e in particolare dei cinghiali, che secondo stime Ispra hanno ormai superato il milione di esemplari, sta causando danni ingenti alle colture agricole e anche alcuni gravi incidenti ai danni dell’uomo. La situazione ha assunto dimensioni e caratteristiche di una vera e propria emergenza, da superare avendo come bussola la gestione degli equilibri ecologici. In particolare i Parchi Nazionali, che hanno strumenti in più rispetto al resto del territorio per governare questo fenomeno con rigore, sono le istituzioni che meglio si possono candidare ad affrontare il problema in modo serio e scientifico. Sono diversi quelli che già attuano con successo ed efficacia le linee guida dell’Ispra per la gestione dei cinghiali, mentre altri, pur avendo a disposizione delle risorse in tal senso, le hanno implementate in maniera parziale e insufficiente. Il recente allarme di Coldiretti, Cia e Confagricoltura sui danni causati all’agricoltura dalla fauna selvatica testimonia che il cinghiale rappresenta la parte preponderante del problema, viste le sue caratteristiche, le sue abitudini alimentari e l’assenza di una specie animale antagonista.
“A seguito della nostra interrogazione – aggiunge Borghi – si è svolto martedì scorso un incontro al Ministero dell’Ambiente con tutti i Parchi Nazionali per fronteggiare il problema e monitorare i Parchi per capire chi sta intervenendo e chi invece è inerte, dove può essere necessario individuare un commissario ad acta per affrontare il problema ungulali“.
Ministero dell’Ambiente e Ministero delle Politiche Agricole e Forestali hanno già avviato una serie di audizioni con le associazioni agricole e proseguiranno con ulteriori portatori di interesse. “Su un punto in particolare siamo certi sia necessario lavorare – sottolinea Borghi – le buone pratiche di abbattimento selettivo e contenimento faunistico attualmente in corso nei Parchi nazionali e negli Ambiti territoriali di caccia saranno oggetto di standardizzazione e di direttive specifiche verso tutte le aree protette. Chiediamo alla conferenza Stato-Regioni di adottare queste direttive per i parchi regionali e per le aree non protette al fine di far fronte all’emergenza su tutto il territorio nazionale“.
– redazione –