La Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) della Basilicata ha proposto di seguire l’esempio della Regione Umbria per affrontare l’emergenza cinghiali in regione, dove il numero di ungulati avrebbe raggiunto quota 120mila.
La CIA ha evidenziato che la Regione Umbria “con proprio provvedimento autorizza l’agricoltore in possesso di licenza di caccia a tutelare la sua proprietà e i beni agrari“.
In presenza di cinghiali sul proprio terreno, infatti, l’agricoltore umbro può rivolgersi all’Ambito territoriale di caccia competente, che avrà non più 48 ore, ma solo 4 per poter intervenire. Trascorso questo tempo l’agricoltore è autorizzato ad agire direttamente, se munito di licenza di caccia, mantenendo il diritto all’indennizzo dei danni.
Per la CIA Basilicata sono 7 i punti chiave per invertire la rotta: sostituire il concetto di protezione con quello di gestione, ricostituire presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il Comitato tecnico faunistico venatorio, distinguere le attività di gestione della fauna selvatica da quelle dell’attività venatoria, prevedere la possibilità di istituire personale ausiliario, adeguatamente preparato e munito di licenza di caccia, rafforzare l’autotutela degli agricoltori sui propri terreni, prevedere un risarcimento totale del danno subito dagli agricoltori e rendere tracciabile la filiera venatoria per la sicurezza e la salute pubblica.
– Chiara Di Miele –