“No ai cinghiali”.
È il messaggio lanciato da Potenza dalla Coldiretti Basilicata che ha radunato dinanzi alla sede della Regione oltre 1500 iscritti tra agricoltori e allevatori e 100 trattori giunti per l’occasione da tutto il territorio lucano.
Numerosi anche i sindaci, i consiglieri provinciali e regionali e gli amministratori presenti lungo il corteo e al sit in. L’obiettivo della pacifica protesta è quello di far applicare subito a livello regionale le misure previste dal decreto interministeriale varato lo scorso anno per l’adozione di un Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica incontrollata.
Nei piani delle Regioni dovrà essere previsto il coinvolgimento attivo dei proprietari e conduttori dei fondi muniti di licenza per l’esercizio venatorio e la costituzione di un corpo di Guardie volontarie, a livello provinciale, per colmare il deficit di organico della Polizia locale con la possibilità di agire anche nelle aree protette.
Istanze ribadite anche al Presidente lucano, Vito Bardi, sul palco allestito dalla Coldiretti. Ai manifestanti il presidente della Regione ha annunciato che nella prossima Giunta regionale porterà le istanze dell’organizzazione agricola e che nelle prossime ore darà risposte alla crisi idrica.
“Se non dovessero arrivare soluzioni immediate – ha spiegato il presidente della Coldiretti Basilicata Antonio Pessolani – saremo di nuovo in piazza”.
Attualmente in Basilicata si contano 110mila cinghiali con le colture maggiormente danneggiate che sono i cereali, piante a frutto, vigneti, ortaggi, foraggio, leguminose. Le aree in cui i danni si sono verificati con più frequenza e in quantità maggiore sono quelle in prossimità dei Parchi.
“La presenza della fauna selvatica rappresenta un pericolo per la incolumità delle persone e una tragedia dal punto di vista economico. Campi devastati – ha spiegato Pessolani – raccolti falcidiati, incidenti automobilistici anche mortali, assedio nelle campagne come nei centri cittadini. La presenza dei cinghiali non è un problema solo per gli agricoltori, ma per tutti. Ed è un problema che va risolto. Dopo anni di battaglie della Coldiretti finalmente con la legge di Bilancio 2023, in vigore da ormai più di 18 mesi, è stato introdotto nel nostro ordinamento l’articolo 19 ter della legge 157/1992, che prevede l’adozione di un Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica. Tale piano è stato adottato con Decreto interministeriale del 13 giugno 2023, ormai 12 mesi fa. Le attività di contenimento disposte nell’ambito del piano non costituiscono esercizio di attività venatoria e sono attuate anche nelle zone vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree urbane, nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto come previsto dalla legge. Cosa manca allora? Manca il Piano regionale di attuazione. Non c’è più tempo da perdere. Gli agricoltori e gli allevatori non possono più aspettare mentre i cinghiali continuano a devastare i frutti del loro duro lavoro lasciandosi alle spalle solamente danni e desolazione”
Al termine del sit in, i manifestanti hanno potuto degustare il cinghiale cucinato dagli chef dell’Unione cuochi lucani guidata dal presidente Antonio Zazzerini.