La perdurante ondata di gelo che sta interessando, tra le altre zone, la provincia di Salerno, Vallo di Diano compreso, oltre a provocare disagi alla viabilità ed alle utenze, potrebbe arrecare danni alle colture ed agli allevamenti.
Quali gli effetti positivi e negativi della neve sull’agricoltura? Lo abbiamo chiesto a Vincenzo Tropiano direttore della Coldiretti Salerno.
- “La neve fa bene all’agricoltura”. E’ solo un luogo comune?
La neve fa bene all’agricoltura e non è un luogo comune perché sterilizza qualsiasi infezione patogena nell’ambiente ed evita trattamenti nel corso dell’anno. Per esempio, questa ondata di neve fa molto bene alle castagne perché contribuisce a debellare il Cinipide che in questi anni ha praticamente azzerato le produzioni. Diciamo che da troppi anni non eravamo più abituati alla neve, ma a gennaio è una manna dal cielo. Ovviamente ci sono anche i lati negativi perché il troppo freddo, per troppi giorni, crea anche problemi alle coltivazioni
- Quali i principali effetti negativi?
Al momento registriamo problemi nella raccolta delle produzioni di quarta gamma mentre è andato già perso il 40% della raccolta di finocchi, cavolfiori e carciofi. Sotto serra i cicli sono ritardati ed abbiamo problemi seri per il riscaldamento delle serre di fiori e vivai
- E per quanto riguarda, nello specifico, le aree interne ed il Vallo di Diano?
L’agricoltura sta vivendo una situazione di forte disagio, soprattutto nelle aree rurali dove diventa molto difficile spostarsi. Alburni e Vallo di Diano sono le zone maggiormente colpite e il nostro comparto agricolo lamenta ovvi problemi
- Quali le colture, le produzioni e gli allevamenti più penalizzati?
La zootecnica è il settore forse più in difficoltà. Si registrano allevamenti isolati in alcune zone dell’entroterra con ripercussioni sul trasporto del latte. La produzione di latte da parte di mucche e pecore è calata del 30%. Percorso inverso per i costi per l’alimentazione, legati a granaglie, mais e cereali, che invece sono cresciuti perché aumenta il consumo di razioni giornaliere e quindi anche i costi per le imprese. A rilento va anche la produzione di uova. Le galline sono “stressate” dal freddo e faticano non poco a deporre. Le altre difficoltà sono state prodotte dal congelamento dei tubi che rendono difficoltoso l’abbeveramento. Se le temperature scendono ancora, e per un periodo prolungato, rischiano inoltre tutte le coltivazioni orticole di stagione
- In ultimo, al di là del maltempo, qual è lo stato di salute dell’agricoltura salernitana, con particolare riferimento alle aree interne?
Molto positivo. L’agroalimentare salernitano, in termini numerici, rappresenta il 27,4% delle imprese regionali, con un +6% rispetto alla media nazionale a livello di redditività, soprattutto per quanto riguarda il settore conserviero e lattiero caseario. Strategico è anche il settore dell’ortofrutta che da solo rappresenta il 42% del totale regionale. “Pesa” anche il settore della pesca che da solo occupa il 48,1 % degli addetti di tutta la regione. Nelle aree interne, l’agroalimentare rappresenta un settore tradizionale e che ancora oggi ha ampi margini di crescita.
– Cono D’Elia –