Complice il dibattito lungo e complesso sulla Legge Finanziaria 2019, nel 2018 stiamo assistendo ad una crescita progressiva dei rendimenti dei titoli governativi italiani. Tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, quando è stato definito il DEF tendenziale, il differenziale con il Bund tedesco a 10 anni (spread) era poco sopra i 120 punti base, con il rendimento del BTP decennale pari all’1,83% e del BTP a 5 anni pari allo 0,68%.
A fine ottobre, anche alla luce di un rallentamento economico, lo spread BTP-Bund a 10 anni superava i 300 punti base, con un rendimento del BTP decennale pari al 3,36% e del BTP a 5 anni pari al 2,58%.
L’aumento dei rendimenti dei Titoli di Stato, sebbene implichi non trascurabili conseguenze, potrebbe riaccendere l’appeal degli investitori retail domestici verso questa forma di investimento. Ma come orientarsi?
Chiariamo alcuni concetti.
I Titoli di Stato sono titoli di credito rappresentativi di una quota di debito contratta dall’emittente (lo Stato) nei confronti dei possessori (investitori). Con essi lo Stato si obbliga ad effettuare dei pagamenti a favore dei sottoscrittori (cedole e rimborsi) a determinate date future. É possibile distinguere diverse tipologie di Titoli di Stato.
I BOT (Buoni Ordinari del Tesoro) sono titoli emessi mensilmente con scadenze trimestrale, semestrale ed annuale. Sono titoli zero-coupon (senza cedola) che rimborsano il capitale e pagano interessi in un’unica soluzione a scadenza. L’imposta pari al 12,5% viene pagata anticipatamente al momento dell’acquisto.
I CTZ (Certificati del Tesoro Zero-Coupon), privi di cedola, sono emessi periodicamente con scadenza di 18 o 24 mesi e si caratterizzano per il rimborso del capitale e il pagamento degli interessi, al netto dell’imposta del 12,5%, in un’unica soluzione a scadenza.
I CCT (Certificati del Tesoro) sono titoli emessi periodicamente con scadenza a 7 anni (di norma) il cui rimborso avviene in un’unica soluzione a scadenza. Le cedole sono variabili, indicizzate al tasso interbancario Euribor a 6 mesi a cui si aggiunge un fisso stabilito al momento dell’emissione.
I BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) sono titoli emessi periodicamente con scadenze di medio-lungo termine pari normalmente a 5, 10, 15, 20 e 30 anni. A scadenza rimborsano il valore nominale e pagano cedole semestrali come indicato nel relativo decreto di emissione.
I BTP Indicizzati all’Inflazione sono titoli emessi periodicamente con cedola indicizzata al tasso di inflazione rilevato nell’Area Euro (per il BTP €-i) o in Italia (per il BTP Italia). Hanno scadenza poliennali e si distinguono dai BTP a tasso fisso per il fatto di corrispondere un rendimento pari al dal tasso di inflazione maggiorato di un tasso cedolare reale stabilito nel relativo decreto di emissione.
– Francesco Ingino – Ufficio Finanza Banca Monte Pruno –
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