Negli ultimi giorni si è sentito sempre più spesso parlare di spread. Ma cos’è esattamente?
Lo spread è un numero che segnala l’avvicinarsi o meno di una situazione di difficoltà dei conti pubblici.
Si tratta di un termine inglese che significa “divario”, usato nel linguaggio politico o finanziario per indicare la differenza che intercorre tra il rendimento dei titoli di Stato italiani con scadenza a 10 anni e i corrispondenti titoli tedeschi (sempre con scadenza a 10 anni).
Si prende come riferimento la scadenza a 10 anni perché è considerato un lasso di tempo più attendibile per misurare con più efficacia la percezione dei mercati sul rischio sui debiti dei due Paesi. Il rendimento dei titoli di uno Stato viene essenzialmente percepito come la misura della sua stabilità, un rendimento basso identifica un paese in grado di ripagare facilmente i suoi debiti, mentre un rendimento elevato equivale ad una situazione di incertezza.
Lo spread è quindi un indicatore economico che indica lo stato di salute dell’economia di un Paese: il suo valore dovrebbe mantenersi basso, in quanto, i titoli tedeschi sono considerati stabili grazie alla solida economia della Germania.
Lo spread aumenta o diminuisce in funzione della fiducia che i risparmiatori hanno nel Paese che emette il debito circa la sua affidabilità e capacità di rimborso. Ovviamente le oscillazioni, che sono quotidiane, diventano allarmanti quando superano determinati valori.
Di seguito viene riportato, a titolo esemplificativo, il calcolo dello spread sulla base delle quotazioni del 07/11/2018:
- Rendimento dei titoli tedeschi con scadenza a dieci anni: 0,44%
- Rendimento dei btp italiani, alla stessa scadenza: 3,33%
- Differenza (3,33%-0,44%)= 2,89%
Nel gergo finanziario la differenza dei Btp italiani e quella dei Bund tedeschi viene espressa in punti base, pertanto, lo spread è pari a 289. Diversa situazione, invece, si poteva osservare ad inizio anno dove la differenza tra gli stessi titoli era invece pari a 164 punti base, con un rendimento del titolo italiano a dieci anni del 2,10%.
Si osserva, pertanto, come da inizio anno il valore dello spread sia peggiorato comportando quindi, come conseguenza, un aumento della spesa per interessi da parte dello Stato italiano.
– Jessica D’Amato – Ufficio Finanza Banca Monte Pruno