La Campania sempre più capitale dell’Ecomafia secondo i dati raccolti da Legambiente nel suo report annuale.
Dati allarmanti che riportano una media di 27 reati al giorno per un totale di 3.862 crimini ambientali accertati, 4.279 persone denunciate e 24 arrestate, cui si aggiungono 1.520 sequestri.
Per il 25° anno consecutivo, secondo il rapporto Legambiente, la Campania è maglia nera nell’illegalità ambientale nel ciclo dei rifiuti e del cemento. Cresce nel 2018 il numero di reati relativi sia al ciclo del cemento sia a quello dei rifiuti, mentre diminuiscono i reati ambientali complessivi.
“La motivazione è specifica – spiega Legambiente– ed è nel crollo del numero degli incendi boschivi che avevano raggiunto livelli record in un anno davvero horribilis per il nostro patrimonio forestale”.
La provincia con il numero più alto di illeciti ambientali si conferma Napoli.
“La corruzione – proseguono da Legambiente – resta lo strumento principe, il più efficace, per aggirare le regole concepite per tutelare l’ambiente e maturare profitti illeciti”.
La Campania presenta 1.589 infrazioni accertate, 688 persone denunciate, 20 arresti e 887 sequestri effettuati. Sono 119 le inchieste condotte e chiuse dalle Forze dell’Ordine dal febbraio 2002 al 31 maggio 2019 utilizzando il delitto di organizzazione di traffico illecito di rifiuti. Tra le tipologie di rifiuti predilette dai trafficanti ci sono i fanghi industriali e i rifiuti speciali contenenti materiali metallici.
“I numeri e le storie raccolte nel rapporto Ecomafia 2019 – commenta Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania – dimostrano inequivocabilmente che le mafie continuano a essere una minaccia per l’ambiente e gli ecosistemi avvalendosi spesso di una rete organizzata di professionisti, colletti bianchi e pubblici dipendenti infedeli avvinti dalla corruzione. È urgente affiancare alla risposta giudiziaria, che in questi anni ha portato dei buoni risultati, una risposta politica-istituzionale ancora troppo carente”.
– Claudia Monaco –