Pesta la convivente, la costringe ad avere rapporti sessuali e la fa dormire nella cuccia del cane.
Con queste motivazioni la Suprema Corte di Cassazione ha confermato la condanna a cinque anni e quattro mesi per un uomo di Giffoni Valle Piana. A denunciare le violenze fu la compagna, una donna di Eboli, ormai esasperata dal calvario a cui veniva sottoposta. L’uomo, come racconta “La Città di Salerno”, nel 2011 si era infatti trasferito ad Eboli dopo aver intrecciato una relazione con la 50enne: dopo un primo periodo idilliaco, aveva iniziato a mostrare la sua vera natura violenta.
Geloso, possessivo, dispotico e continuamente alla ricerca di denaro: la vittima, infatuata, assecondava le richieste dell’imputato. Le pretese erano anche di natura sessuale: se si rifiutava, veniva malmenata e torturata con le bruciature di sigarette sulla pelle. Inoltre dopo ogni rapporto le lasciava del denaro sul letto.
Il bruto giunse anche a chiuderla nella cuccia del cane, tra gli escrementi, per dimostrare “supremazia”. In due occasioni, inoltre, la sfortunata donna era stata costretta a recarsi al Pronto Soccorso di Eboli per curarsi ma non aveva mai denunciato.
Ormai allo stremo per le continue umiliazioni, si era rivolta ai Carabinieri della Compagnia di Eboli per sporgere denuncia.
La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’Appello di Salerno.
– Claudia Monaco –