Sono passati due anni dalla tragica morte di Dora Lagreca, la 30enne di Montesano sulla Marcellana morta a Potenza nella notte tra l’8 ed il 9 ottobre dopo essere precipitata dal balcone di una palazzina di via Giura.
Dora si trovava con il fidanzato Antonio Capasso, che risulta indagato. Erano rientrati insieme in casa dopo una serata in un locale: poco dopo è precipitata per cause che ancora oggi restano ignote.
L’uomo si è sempre difeso negando ogni responsabilità mentre la famiglia della giovane donna, rappresentata dall’avvocato Renivaldo Lagreca, ha sempre sostenuto che erano diversi i punti oscuri da chiarire. La richiesta di archiviazione, motivata come gesto autolesionista della 30enne, avanzata dal Pubblico Ministero Chiara Guerriero, titolare del fascicolo d’indagine, è stata rigettata dal Gip Salvatore Pignata dopo che il legale ha presentato opposizione. Si attendono ora gli esiti di ulteriori perizie balistiche che andranno svolte entro la fine dell’anno e che dovranno fornire chiarimenti sulla caduta di Dora. Ulteriori risposte, inoltre, si attendono per alcuni accertamenti medico-sanitari per delle ecchimosi ritrovate sul corpo della donna.
E’ stato suicidio? Un incidente? O la fine della 30enne nasconde contorni ancora più drammatici? A due anni di distanza, la famiglia continua a chiedere la verità su quanto accaduto quella tragica notte.
Dora lavorava in una scuola, era una donna piena di vita, vivace, colorata e, ancora oggi, il suo ricordo continua ad essere forte nella comunità e in quanti, anche solo di vista, hanno avuto modo di conoscerla.
A ricordarla è sua sorella Michela: “Dora è sempre stata molto diversa da me – ci racconta – piena di energia, amava uscire, faceva mille cose e, soprattutto, non si fermava mai davanti ad una qualsiasi difficoltà della vita che si presentava, continuava sempre ad andare avanti, era aperta di vedute. Tornava da lavoro, si cambiava, usciva, amava le amicizie. Un vulcano! Soprattutto è sempre stata legatissima alla sua famiglia”.
Un legame speciale dunque con tutta la sua famiglia: “Dora ci raccontava tutto – continua Michela – sapevamo quando era triste, quando stava bene. Non ometteva niente, conoscevamo ogni dettaglio della sua vita e non ci ha mai nascosto nulla. Sapevamo anche la situazione, a tratti burrascosa, della relazione che portava avanti. Probabilmente è per questo che sosteniamo quanto sia inverosimile l’ipotesi di un suicidio”.
“Non sembra ancora possibile quanto è accaduto – conclude – e le circostanze attuali non ci fanno stare tranquilli perché non abbiamo ancora una verità. Facciamo fatica ad accettare quanto accaduto e sapere che non abbiamo neanche una motivazione è ancora più terribile per me e la mia famiglia. Ci manca tutto di lei, la sua era gioia di vivere pura: che abbia fatto un gesto simile per noi, dunque, non è concepibile”.
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