La causa della morte, stabilita nel suicidio, di Diego Campiglia, il 35enne di Sala Consilina trovato senza vita la mattina del 2 maggio nel crepaccio sotto il Ponte Valiterno a Sacco, sembra non convincere i familiari del giovane.
In questi attimi di profonda sofferenza, infatti, la famiglia di Diego, attraverso il proprio legale di fiducia, chiederà al sostituto procuratore Vincenzo Palumbo, della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vallo della Lucania che si è occupata del caso, di approfondire le indagini in merito alla tragica morte del 35enne, ascoltando anche i familiari stessi e la moglie.
Vengono sollecitate indagini accurate perchè, come sostiene la famiglia attraverso il legale, “sono state raccontate alcune falsità in merito allo stato di salute di Diego. Prima di archiviare un caso parlando di suicidio bisogna prendere in esame anche altre casistiche“.
Al momento sembrerebbe che non emergano in merito alla vicenda dei particolari specifici che abbiano spinto i parenti a sollecitare ulteriori approfondimenti, ma c’è la voglia di vederci chiaro. Sulle indagini condotte finora, ovviamente, vige il segreto istruttorio.
Secondo una prima ricostruzione il giovane, il pomeriggio del 1° maggio, si sarebbe allontanato in stato confusionale dopo aver urtato con la sua Peugeot, nei pressi del centro abitato di Sacco, un’Alfa Romeo Giulietta con a bordo un uomo di Piaggine e sua moglie. Da quel momento si sono perse le tracce di Diego che, soltanto la mattina successiva, è stato ritrovato morto sotto il Ponte Valiterno, a poca distanza dal luogo dell’incidente.
– Chiara Di Miele –
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