E’ usanza ormai diffusa quella di circondare il feretro di chi ha perso la vita troppo presto o tragicamente con palloncini, poster, foto e brani musicali. Dopo le esequie, infatti, più volte è accaduto che il defunto non fosse contornato da silenzio. A tal proposito interviene il parroco di Sanza don Giuseppe Spinelli, il quale sul suo editoriale mensile “Sanza 2000” ha citato alcuni passaggi del Direttorio liturgico-pastorale della Diocesi di Teggiano-Policastro che richiama al rispetto della liturgia cristiana dei funerali, manifestazione del Mistero pasquale di Cristo Signore.
“Dopo le esequie, né canzoni, né palloncini, né altro che richiami la dimensione umana. – scrive don Giuseppe – Nelle esequie la Chiesa prega che i battezzati passino con Cristo dalla morte alla vita e vengano accolti con i Santi e gli eletti nel cielo, mentre il corpo aspetta la venuta di Cristo e la resurrezione dei morti. Le esequie, quindi, non sono uno spettacolo e non devono solo esaltare la figura del defunto. Non si deve spettacolarizzare il funerale circondando in chiesa la bara con oggetti o elementi che vogliono solo esaltare la persona defunta”.
Nel capitolo 5 del Direttorio liturgico-pastorale, alle pagine 71-73, si legge che “è vietato apporre fotografie del defunto sulla bara, sugli scalini del presbiterio e soprattutto sull’altare. Lo stesso valga per altri oggetti non consoni alla liturgia. Si eviti il ricorso a immagini o a testi registrati, come pure l’esecuzione di musiche o canti estranei alla liturgia”.
E’ consentita, invece, prima del commiato e dopo l’orazione finale la lettura di un testo con “brevi parole di cristiano ricordo nei riguardi del defunto”, opportunamente concordato col parroco prima della celebrazione esequiale. Don Giuseppe raccomanda che terminate le esequie deve calare il religioso silenzio e si deve rispettare l’ingresso del defunto nella realtà ultraterrena, nella dimensione celeste, tra gli Angeli e i Santi. Basta quindi con le canzoni o le poesie troppo estranee alla liturgia, specialmente dopo l’ultima raccomandazione e il commiato dopo la benedizione e l’incensazione del feretro.
Il parroco di Sanza lancia un monito anche sul costume di raccogliere firme o offerte fuori dalla chiesa: “Usanza che non è lecita – spiega – poiché la loro destinazione è unicamente di competenza della parrocchia“. Il Direttorio infatti precisa che “durante la celebrazione siano raccolte le offerte, in suffragio del defunto, per sostenere la carità in favore dei poveri”.