Meno mimose e più appuntamenti con la prevenzione: una giornata, quella dell’8 marzo, occasione di riflessione e confronto sugli aspetti sociale della donna con un occhio alla sensibilizzazione di importanti tematiche come la prevenzione. Correlato alla donna, è il tumore al seno, una malattia che in Italia colpisce 1 donna su 8 con 40.000 nuovi casi ogni anno. Si tratta, però, di una malattia da cui si può facilmente guarire, se accompagnata da una buona cultura della prevenzione.
“Le donne devono abituarsi ad una buona prevenzione – ci spiega l’oncologo chirurgo Tommaso Pellegrino – e per fare questo non devono iniziare dopo i 50 anni, quando aumenta l’incidenza del tumore, ma piuttosto intorno ai 30 anni con una visita ed un’ecografia. La guarigione è data dalla prevenzione e dai progressi in chirurgia, tant’è che si parla di oncoplastica senza interventi demolitivi ma conservativi e ricostruttivi. Non c’è inoltre una sola terapia medica ma un’individuazione specifica della paziente“.
“Noto con piacere – continua Pellegrino – che la cultura della prevenzione comincia a essere un tema di maggiore interesse rispetto a qualche anno fa anche nel Meridione, con campagne di screening e sensibilizzazione“.
“Una componente importante – specifica – è la familiarità del tumore che rappresenta un fattore di rischio, l’allattamento al seno è invece un fattore di protezione. Fondamentale è un corretto stile di vita legato ad una buona alimentazione come la Dieta Mediterranea, arma migliore nella prevenzione, in aggiunta all’attività sportiva. L’abitudine ai controlli, poi, è fondamentale con visita ed ecografia mammaria nelle fasce più giovani e con la mammografia sopra i 45 anni perché la ghiandola mammaria subisce notevoli trasformazioni diventando grasso negli anni.
La mammografia ha senso quando c’è una ghiandola la cui componente adiposa è maggiore rispetto a quella ghiandolare“.
“Dal tumore alla mammella si può guarire – conclude Pellegrino- e voglio sottolineare che è meglio una visita di controllo in più che una diagnosi tardiva“.
– Claudia Monaco –