Il fiuto di un poliziotto di San Pietro al Tanagro, Achille Perone, ha permesso di dare una svolta all’omicidio di Tiziana Pavani, la 54enne ammazzata con diversi colpi alla testa nel suo appartamento di via Bagarotti a Milano il 12 gennaio.
Perone, responsabile della Sezione omicidi della Squadra Mobile della Questura di Milano, ha condotto le indagini, coordinate dal pm Maria Letizia Mannella e dal procuratore aggiunto Alberto Nobili, che fin da subito si sono concentrate intorno ai conoscenti della donna, segretaria in un asilo. Per il brutale assassinio della 54enne è stato fermato Luca Raimondo Marcarelli, un 32enne incensurato ma con problemi di droga che pare facesse parte delle amicizie della vittima dopo averla probabilmente conosciuta su una chat alcuni anni fa. L’omicidio pare sia stato compiuto a causa di un presunto credito che l’uomo vantava nei confronti della Pavani.
Marcarelli è stato incastrato dagli investigatori agli ordini del valdianese Perone che lo hanno riconosciuto nei filmati delle telecamere di videosorveglianza di uno sportello bancomat da cui il aveva prelevato dei soldi utilizzando il bancomat rubato alla donna che poco prima aveva ucciso. Messo alle strette l’uomo ha confessato l’omicidio.
Achille Perone, brillante poliziotto 33enne, è in servizio da tre anni alla Questura di Milano. Precedentemente aveva lavorato a Torino ricoprendo un altro incarico.
“Achille è stato qui nelle vacanze di Natale – ci dice il padre, Sabato Perone – Appena può viene sempre a trovarci, perché a San Pietro al Tanagro ha i suoi amici e, ovviamente, tutta la sua famiglia alla quale è profondamente legato”.
Oggi, a San Pietro al Tanagro, non si parla che di suo figlio Achille. “Sì – continua il padre – la gente mi ferma per strada per congratularsi con me, ma mio figlio ha fatto soltanto il suo dovere, come tutti i suoi colleghi e come tutti gli agenti di tutte le Forze dell’ordine, impegnati per assicurare la sicurezza e l’ordine pubblico”.
– Chiara Di Miele –