“Cervati-Il Respiro di un Monte” è il documentario nato dalla passione e dallo studio di Mariano Peluso, giovane di Sanza che sin da piccolo è andato alla ricerca degli animali che abitano le acque e le montagne del territorio in cui è nato. La proiezione è fissata per domani, mercoledì 28 dicembre, presso il Centro di Educazione Ambientale a Sanza.
La passione per il mondo animale si è trasformata subito in approfondimento tanto che Mariano ha scelto di frequentare facoltà scientifiche prima a Napoli, ora a Roma.
“Questo documentario nasce dalla necessità di dare una voce di supporto alla salvaguardia del Monte Cervati, che non è solo la vetta più alta della Campania, ma è un luogo vivo, cuore pulsante del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e simbolo di un Appennino Meridionale che resiste alle distrazioni umane – spiega – Ho avuto la fortuna di crescere alle pendici del Monte Cervati, ho dei ricordi molto densi, fissi nella mente”.
Mariano ricorda il primo approccio con il padre e con il nonno al mondo della natura. “Ricordo che non ero ancora in grado di camminare bene e me ne stavo comodamente seduto sulle spalle di mio padre mentre mi portava a pesca sul Fiume Bussento, dall’alto avevo una buona visione su tutto ciò che accadeva in quell’acqua che veniva giù con forza e costanza dal Cervati, i miei occhi si illuminavano di continuo mentre papà mi suggeriva dove guardare – racconta il giovane – Ricordo di quando, con il secchio, scendevo al fiume a prendere l’acqua per innaffiare le piccole piantine di melo antico che mio nonno aveva appena innestato. Diceva che era una varietà che si stava perdendo e voleva lasciarla a chi sarebbe venuto dopo”.
Lo studioso Peluso chiarisce subito il fine della realizzazione del documentario: “E’ un contributo a voler fare la stessa cosa che mi ha insegnato mio nonno, ma applicata al Cervati: far conoscere per preservare – afferma – Creare un innesto tra noi e il benessere della montagna da cui dipendiamo e dipenderemo sempre”.
Il lavoro filmico è iniziato diverso tempo fa assieme a diversi esperti e amanti del territorio con l’installazione di fotocellule, sopralluoghi e confronti. Mariano ha preso parte anche a “Migrandata”, lo studio sugli uccelli migratori che si incontrano sul monte Cervati, rivelandosi un hotspot di biodiversità, punto di riferimento per le migrazioni degli uccelli.
“Per fare questo sono stato aiutato da persone che hanno dedicato la loro vita allo studio della natura e alla conoscenza del territorio e da chi, anche non essendoci più, continua a prendere parte allo scopo – conclude Mariano – Ringrazio di cuore tutte le persone che, nelle molte difficoltà affrontate in questo progetto indipendente durato tre anni, con il loro stupore per ciò che era in costruzione hanno alimentato il mio, rendendo di fatto possibile questo racconto”.