Una storia come tante quella di Mohamed, 30 anni di Settat, città marocchina a pochi km da Casablanca. Una storia fatta di sogni, speranze, finita tragicamente a pochi km dalla costa siciliana, a pochi attimi dalla libertà.
A parlarci di lui è Ibrah residente nel Vallo di Diano, amico d’infanzia e compagno di mille avventure. Ci racconta dei trascorsi, della sua passione per il calcio, della sua voglia di vivere e del suo sogno: raggiungere l’Italia, raggiungere i tanti amici che vivono a sud della provincia salernitana. Un sogno coltivato per anni, con sacrificio e costanza.
Tanti lavoretti saltuari, dal panettiere al muratore, dal facchino all’imbianchino, tutto per racimolare i soldi necessari per mettersi in viaggio verso l’Italia. Il primo tratto lo fa utilizzando l’aereo fino in Libia poi, insieme a 500 persone, viene imbarcato su un vecchio barcone, accovacciato a terra come un animale bastonato. Un viaggio assurdo, giorni e notti di navigazione senza cibo, senza acqua, in balia delle onde e del freddo. Stava raggiungendo la sua meta Mohamed lo scorso 25 maggio, quando all’improvviso alla vista di un elicottero della Marina Militare Italiana, l’equilibrio a bordo si sgretola e l’esigenza di chiedere aiuto si trasforma in confusione che fa ribaltare la precaria imbarcazione nel Canale di Sicilia.
Mohamed non sa nuotare e all’arrivo dei soccorsi meno della metà vengono tratti in salvo. Tanti i corpi recuperati e tanti ancora da recuperare, Mohamed è catalogato tra i dispersi. Oramai per gli amici le speranze di poterlo riabbracciare sono affievolite dal passare dei giorni. I suoi genitori, le sue tre sorelle, ricevuta la notizia pregano in silenzio affinchè il miracolo possa realizzarsi.
– Antonio Citera –