Nello scorso mese di marzo il depuratore di Capaccio Paestum, a causa di un probabile guasto, ha causato il riversamento di enormi quantità di dischetti di plastica (noti come “carrier”) nel Mar Tirreno. Gli stessi sono poi stati trovati su gran parte delle coste, in particolar modo sui litorali campani, calabresi, laziali e toscani. Dopo qualche giorno dal disastro ambientale la Capitaneria di Porto di Salerno, su disposizione della Procura della Repubblica salernitana, ha sequestrato l’impianto di depurazione.
Su quanto accaduto si sono accesi i riflettori di diverse associazioni ambientaliste, ma anche dei promotori del progetto Clean Sea Life che coinvolge gli amanti del mare in una campagna straordinaria di pulizia di coste e fondali italiani.
Mentre molti dischetti galleggiano ancora in mare e continuano il loro viaggio (le ultime segnalazioni vengono da Sete, in Francia, a 200 km dalla costa spagnola, e dalla Sicilia, a Ustica e Milazzo), cominciano ad arrivare le prime prove dell’impatto sugli animali: i francesi François Galgani e Françoise Claro del progetto Clean Sea Life hanno segnalato due tartarughe che hanno inghiottito i dischetti. Secondo il loro rapporto, una tartaruga in cura al centro di Grau du Roi (CESTMed) ha espulso, insieme alle feci, uno dei dischetti. La tartaruga era stata pescata accidentalmente da un peschereccio a strascico nella zona della Camargue, stessa zona di un’altra tartaruga trovata invece morta. La necropsia aveva evidenziato un analogo dischetto nel suo tratto digerente.
Non si sa quando e dove li abbiano mangiati, una delle due era stata marcata in Italia, ma di certo questa è la prima prova dell’impatto dei dischetti su una specie protetta.
I dischetti sono identici alle decine di milioni di carrier sversati in mare dal depuratore di Capaccio Paestum.
– Chiara Di Miele –
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