“I malati con patologie disabilitanti gravi non possono andare nelle Rsa, che non sono attrezzate per riceverli. Il ricovero nelle Rsa, inoltre, li farebbe peggiorare e si richiederebbe l’ospedalizzazione con un ulteriore aggravio di costi per la sanità pubblica”. Lo ha affermato il presidente della V Commissione regionale Sanità Vincenzo Alaia che ieri pomeriggio, in Consiglio regionale, ha presieduto la Commissione Sanità per interloquire con gli altri consiglieri sulla proposta di legge popolare sul diritto alla cura per i malati con patologie disabilitanti gravi e gravissime di ordine neurologico, psichico e sensoriale, sottoscritta da 11.395 firmatari, nata per contrastare la delibera di Giunta regionale n. 164, approvata il 6 aprile 2022.
Quella delibera stabilisce un “fine cura” per tutte le terapie riabilitative, senza alcuna distinzione. Il limite, fissato in 180 giorni, vale anche per i malati affetti da patologie gravi e gravissime senza considerare che per loro non è possibile stabilire un termine all’assistenza. Alaia ha spiegato che “bisogna accelerare l’iter perché è necessario colmare al più presto questa lacuna nel provvedimento”. Per questo sarà convocato al più presto un tavolo tecnico per esaminare la proposta di legge.
Alla riunione erano presenti i consiglieri regionali Corrado Matera, Roberta Gaeta, Valeria Ciarambino, Francesco Picarone, Luigi Abbate e, da remoto, Vicenzo Ciampi. È intervenuta, inoltre, Libera D’Angelo, consulente del presidente della V Commissione regionale Sanità. Tutti si sono detti d’accordo nel ritenere che bisogna attivarsi in tempi rapidi anche perché, come sottolineato dalla consigliera Ciarambino, “quando tanti cittadini si muovono, la politica deve muoversi per forza”.
In rappresentanza del Comitato Diritto alla Cura, che ha promosso la proposta di legge di iniziativa popolare, sono intervenuti Gerardo Pagano, primo firmatario della proposta, il professore e giurista Giovanni D’Alessandro, il professor Antonio d’Angiò, medico psichiatra e psicoanalista, Annarita Ruggiero, portavoce del Comitato e referente del progetto sociale #iosononicolo e Antonio Mancino.
È stato Pagano ad illustrare in maniera particolareggiata la proposta di legge, mentre il professor d’Angiò ha precisato che i malati con patologie disabilitanti gravi e gravissime di ordine neurologico, psichico e sensoriale non sono “in alcun modo considerati nella delibera 164 per cui, di fatto, sono condannati perché non assistiti da personale adeguato e specializzato”. La legge di iniziativa popolare è, per queste persone e le loro famiglie, non solo una speranza ma una assoluta necessità.