E’ stata protocollata ieri mattina la proposta di legge “Riconoscimento del diritto all’oblio oncologico e parità di trattamento delle persone che sono state affette da patologie oncologiche” a firma di 5 consiglieri regionali della Basilicata: Mario Polese e Luca Braia di Italia Viva, Dina Sileo e Gino Giorgetti del Gruppo misto e Vincenzo Baldassarre di Idea – Italia al centro.
Si tratta di un’iniziativa regionale a sostegno di una proposta parlamentare già presentata da numeri deputati e senatori. L’intento dei 5 consiglieri regionali è quello di stimolare il dibattito pubblico al fine di rafforzare la proposta di legge in Parlamento. Nello specifico la proposta affronta una questione molto delicata e sempre più avvertita nella coscienza civile e nel dibattito pubblico in Italia e in Europa: il diritto di coloro che sono stati affetti da patologie oncologiche a non subire, dopo la guarigione, discriminazioni a causa del loro stato di salute, in particolare per ciò che riguarda l’accesso ai servizi bancari e assicurativi e alle procedure di adozione.
Ricordiamo che la Campania è stata la prima Regione ad approvare all’unanimità la mozione sottoscritta dal capogruppo di Italia Viva Tommaso Pellegrino e dal presidente Alaia, così come è stata la prima nella quale è stata presentata la proposta di legge sul diritto all’oblio sempre dal gruppo regionale di Italia Viva e di cui Pellegrino è stato primo firmatario. La prima firmataria della proposta di legge nazionale sul diritto all’oblio oncologico è Maria Elena Boschi, parlamentare di Italia Viva.
“La questione – aggiungono i consiglieri – è che a oggi le prassi contrattuali contemplano la possibilità di svolgere indagini sullo stato di salute dei contraenti e dei richiedenti che determinano spesso l’imposizione di oneri ulteriori rispetto a quelli normalmente e normativamente previsti, oltre a incidere in modo specifico sulla valutazione del rischio dell’operazione e della stessa solvibilità del consumatore”. Polese, Braia, Sileo, Giorgetti e Baldassarre ritengono quindi sia una discriminazione così come ritenuto anche da alcuni Paesi della Comunità europea (Francia, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi e Portogallo) e chiedono che anche il nostro Paese si faccia carico di prevedere precise misure legislative per il superamento di tali indagini sulla storia clinica trascorso un determinato periodo di tempo dalla guarigione.
La proposta dei 5 consiglieri regionali si allinea anche alla risoluzione specifica del Parlamento europeo del 16 febbraio 2022 in cui si chiede che entro il 2025 tutti gli Stati membri garantiscano il diritto all’oblio a tutti i pazienti europei dopo 10 anni dalla fine del trattamento e fino a 5 anni dopo la fine del trattamento per i pazienti per i quali la diagnosi è stata formulata prima dei 18 anni di età. La proposta di legge protocollata in Consiglio regionale si allinea oltretutto alle campagne di sensibilizzazione sul tema portate avanti da alcune tra Fondazioni e associazioni come AIOM, AIL, SIE, AIEOP, IncontraDonna, aBRACadabra e APAIM.
“L’auspicio è che il Consiglio regionale faccia quadrato intorno a questa proposta che intende rafforzare il processo nazionale di civiltà e di parità di diritti soprattutto per quelle persone che già hanno sofferto e che hanno il diritto di guardare al futuro con serenità” concludono i 5 consiglieri regionali che annunciano a tal proposito anche una specifica mozione che sarà presentata in sede di Consiglio regionale per impegnare il Governo regionale a mettere in campo tutte le azioni utile a rafforzare la proposta di legge.