Si è tenuta nel tardo pomeriggio di lunedì una riunione della Deputazione Amministrativa del Consorzio di Bonifica Integrale Vallo di Diano e Tanagro con all’ordine del giorno argomenti importanti come l’approvazione dello schema del conto consuntivo 2021, l’approvazione di progetti per l’irrigazione e l’avvio delle procedure per l’affidamento della progettazione della diga di Casalbuono.
Come spiegato dal Presidente Beniamino Curcio, il 15 giugno scadono i termini per l’adesione ad un bando ministeriale per il finanziamento, con i fondi del PNRR, di progetti sulle infrastrutture irrigue al quale il Consorzio parteciperà con due iniziative progettuali per l’importo complessivo di oltre 19 milioni di euro, finalizzate all’ammodernamento e all’ottimizzazione dei sistemi irrigui consortili. All’interno di uno dei due progetti anche l’intervento di bypass di un tratto guasto dell’adduttore principale che attraversa la zona archeologica di Sassano in località Tempa Paolona. Il Consorzio è impegnato anche su altre iniziative progettuali per estendere l’irrigazione nei comprensori allo stato non ancora serviti da impianti in pressione (Polla, Atena Lucana, San Pietro al Tanagro, Sant’Arsenio, San Rufo) e per ampliare la rete in altri comuni (Sassano, Padula, Sala Consilina).
“Sul fronte della diga, invece, abbiamo di fatto avviato l’iter procedurale per poter rispettare i termini che ci sono stati imposti dal Ministero: affidamento della progettazione entro la fine dell’anno in corso e completamento della progettazione delle opere nei successivi 28 mesi – dichiara – Va ricordato che con l’emissione del decreto di finanziamento di 2 milioni di euro da parte del Ministero delle Politiche Agricole, avvenuto il 16 maggio scorso, siamo stati autorizzati a progettare circa 106 milioni di euro di investimenti per opere strategiche di rilevanza nazionale. Opere strategiche in questo contesto di cambiamenti climatici che comportano, come oramai ben noto a tutti, periodi siccitosi sempre più lunghi e sempre più caldi, oltre a piogge intense che, purtroppo, generano fenomeni di dissesto e difficoltà di scolo delle acque. Queste opere servono per rafforzare la resilienza del nostro territorio, permettendo, con la realizzazione della diga che costituisce l’opera principale, un accumulo di acqua prezioso sia per fronteggiare le sempre più ricorrenti e gravi crisi idriche e sia per mitigare gli annosi fenomeni alluvionali che si registrano nella nostra piana. Il finanziamento ottenuto dal Ministero rappresenta una sfida davvero epocale, non solo per il Consorzio ma per tutto il territorio. Una sfida che dobbiamo accogliere con grande orgoglio ma anche con grande senso di responsabilità visto che siamo chiamati a progettare opere complesse e di grande rilevanza strategica e che nel nostro Paese non si realizzano da più di 30 anni”.
“Per tale ragione, è nostro dovere portare avanti questa sfida attraverso un percorso partecipato, che vuol dire anzitutto coinvolgimento attivo delle popolazioni locali nelle scelte progettuali da compiere: la gente deve sapere di che parliamo e si deve convincere della necessità e della bontà dell’iniziativa. Tocca a noi, perciò, l’onere di fornire un quadro chiaro di tutti gli aspetti che riguardano la realizzazione delle opere, valutando attentamente i benefici che le opere previste possano apportare ed analizzando nel dettaglio attraverso approfonditi studi dell’area, suffragati dai necessari supporti scientifici e del modo accademico, ogni eventuale controindicazione, soprattutto di tipo ambientale. Ci stiamo già muovendo in questa direzione, cercando di individuare le professionalità giuste che ci debbono ‘accompagnare’ in questo percorso difficile ed impegnativo ma anche entusiasmante. In questa fase di avvio è assolutamente indispensabile, infatti, acquisire quante più indicazioni tecniche, geologiche ed ambientali possibili per valutare preliminarmente la idoneità del sito prescelto ad ospitare la diga”, spiega.
Per Curcio, percorso partecipato significa che la politica e le istituzioni locali debbono stare a pieno titolo in questa vicenda. L’iniziativa potrà essere portata avanti con successo e valorizzata solo se viene sposata dalla politica e accettata del territorio. La Provincia, la Regione, i Comuni, la Comunità Montana e l’Ente Parco devono diventare parte attiva di questa fase di “straordinario impegno progettuale che di fatto si è aperta sul territorio, per due ragioni essenziali. In primo luogo, perché tenuti ad adeguare ed aggiornare i propri strumenti di pianificazione al fine di recepire le opere che il Consorzio è chiamato a progettare. In secondo luogo perché il decreto di finanziamento ottenuto dal Consorzio deve rappresentare un’occasione propizia per operare tutti insieme una riflessione sulla visione strategica del nostro territorio per i prossimi anni. Si stanno prospettando per la nostra zona grandi opportunità di crescita infrastrutturale e di sviluppo. Tocca a noi portare avanti un lavoro di concertazione e di sinergia istituzionale per cogliere appieno queste opportunità e per ottimizzare l’impiego delle risorse che si renderanno disponibili nei prossimi anni, puntando su progetti innovativi e strategici, in grado di mettere a sistema le nostre potenzialità”.
“La diga non deve essere vista come un’opera settoriale o come un’opera che interessa solo al Consorzio. L’obiettivo è quello di realizzare sul territorio un grande progetto, capace, da una parte, di affrontare situazioni emergenziali, come la crisi idrica e le alluvioni, ma al tempo stesso di apportare benefici occupazionali e di crescita socio-economica, connettendo ed integrando agricoltura, beni culturali, centri storici, risorse ambientali e paesaggistiche, a partire da quelle di maggiore pregio: Cervati, Foresta Cerreta-Cognole, sistema fluviale – conclude – E’ questa la ragione per la quale il finanziamento ottenuto dal Consorzio va visto come una grande opportunità per il Vallo di Diano. Dobbiamo avere la capacità (ma soprattutto la volontà) di costruire attorno al progetto del Consorzio altre iniziative progettuali strategiche, necessarie per migliorare la dotazione infrastrutturale del territorio, per sviluppare attività turistico-ricreative di tipo naturalistico e per valorizzare le nostre ricchezze culturali, tenendo sempre presente, ovviamente, la sostenibilità ambientale e socio-economica di ogni tipo di investimento. Noi, come Consorzio, ovviamente ci siamo”.
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