E’ stata presentata ieri ad Atena Lucana, ad un anno dalla sua nascita, la rete R.E.S.T.A. (Rete Ecologia Salute Territorio e Antimafia).
L’evento si è tenuto nell’ambito della festa cittadina “La terra mi tiene”, un vero e proprio laboratorio sull’agricoltura, le tradizioni e i prodotti genuini che il territorio offre. Inoltre, gli abitanti del posto riaprono i vecchi forni al fine di preparare il pane con la farina ricavata dal grano locale.
Alcuni rappresentanti della rete R.E.S.T.A. hanno ripercorso l’anno di attività svolto, presentando i motivi per cui la rete è nata e quali sono gli obiettivi da perseguire. Tema principale è la salvaguardia del territorio, in particolar modo del Vallo di Diano, preso spesso di mira da chi ha trovato guadagni facili compiendo azioni illecite a discapito della salute di chi vive in una zona così vasta.
“R.E.S.T.A. è un acronimo scritto in maiuscolo – ha spiegato uno dei rappresentanti – ma non è un’imposizione, lo definiamo un invito. Uno slogan facile da ripetere ma non tra le mura dell’individualismo, per questo motivo abbiamo scelto di assumere le sembianze strutturali di una rete: perché ha bisogno di tanti incastri e di non frammentarsi. Spesso si sente l’esigenza nel Vallo di Diano di organizzare una risposta civile ad una voragine che sembra lasciarci cadere nel vuoto, unirsi a lungo non è semplice e la paura del vuoto in questi anni è cresciuta ed è stata riempita dagli affari sporchi, dalla collusione, dalle organizzazioni di stampo criminale. Per restare è importante incontrarsi ed avere fiducia nel futuro. Vogliamo spazzare via il silenzio con il dialogo”.
Ripercorsa anche l’esistenza dell’ecomafia e di come abbia preso piede nel nostro territorio e di come la criminalità sia aumentata, secondo documenti ufficiali della DIA. C’è stato spazio, durante l’incontro, anche per il comitato “Occhio alla lontra” che ha trattato l’argomento delle Fonderie Pisano nel territorio di Buccino invitando i cittadini a “partecipare nel caso in cui dovessero esserci delle manifestazioni perché portare le fonderie alle porte del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni significherebbe far entrare ditte di smaltimento per i rifiuti. Abbiamo cercato di raccogliere firme e fare il possibile. Il nostro territorio è sotto attacco e dobbiamo difenderlo”.
Infine, è stato ricordato attraverso le parole di Marianna Iannone e Ivan Bruno il professore Franco Ortolani, geologo che si è prodigato con il massimo impegno per portare alla luce le problematiche e le ingiustizie legate alla Terra dei fuochi.
“La terra era ciò a cui Franco Ortolani era legato di più – ha spiegato Iannone -. Una terra che noi abbiamo ereditato e che possiamo dare ai nostri figli nella maniera più salutare possibile. Ortolani è venuto in questo territorio e si è battuto come uno di noi. L’acqua è uno dei beni a cui teniamo di più e questo il professore lo aveva capito tanto da portare avanti i ‘santuari dell’acqua’ perché è proprio grazie ad essa che c’è vita. Il primo passo, quello di preservare la terra, è stato fatto e ciò ci garantisce aria e terreno puliti. Il passo di Ortolani è stato fatto, lui ha seminato, ora tocca a noi. Il comitato R.E.S.T.A. nasce per questo, è arrivato il momento di non girarci dall’altro lato, di fare nostra questa terra e coltivarla con cognizione di causa. Il Vallo di Diano è un territorio fertile per la malavita, R.E.S.T.A. dice no a tutto questo, la nostra terra dobbiamo tenerla insieme in modo ottimale”.