Arrestato e condannato a scontare la sua pena in una prigione rumena, ma è ammalato di cancro. Le condizioni disumane del regime detentivo nel Paese straniero possono mettere a dura prova la già precaria salute di Francesco Flauto, 32enne di Battipaglia che attualmente si trova in una cella del carcere di Costanza.
I genitori vivono giorni di apprensione per le sorti del loro giovane figlio e chiedono che possa ricevere le cure necessarie per combattere contro il cancro, oltre che fare i controlli di cui necessita per evitare che la sua condizione peggiori ulteriormente.
Francesco il 30 aprile dello scorso anno, mentre si trovava in Romania in vacanza con la fidanzata, è stato arrestato dopo una perquisizione all’esito della quale gli viene contestato il traffico di sostanze stupefacenti con l’aggravante di avere importato la droga da un altro Paese straniero. Eppure il 32enne, appena arrivato in Romania, era stato già perquisito e non gli era stata trovata alcuna sostanza.
In seguito al processo è stata emessa a suo carico una sentenza a 4 anni e 2 mesi di detenzione; se non dovesse esservi appello, la condanna passerebbe in giudicato e Francesco verrebbe trasferito in Italia, dove potrebbe godere di una serie di benefici, trattandosi di scontare attualmente una pena al di sotto dei 4 anni.
A difendere il giovane battipagliese è il noto avvocato salernitano Michele Sarno, che con tenacia sta lottando insieme alla famiglia Flauto per poter garantire a Francesco tutti i diritti che un detenuto malato dovrebbe, in una nazione civile, dovrebbe vedersi riconosciuti senza bisogno di lanciare appelli. Eppure così non è.
“Sin dall’inizio come difesa, insieme ai miei referenti in Romania, ho prodotto istanze di scarcerazione in ragione delle condizioni di salute del ragazzo – spiega l’avvocato Sarno, contattato da Ondanews -. E’ malato di cancro, ha subito vari interventi. Lui ha bisogno di un ambiente pulito, di un piano alimentare e di cure farmacologiche adeguate alla sua patologia e di una serie di controlli che non ha potuto fare. La cosa che lascia perplessi è che in una cella di 30 metri quadri ci sono 24/28 persone. E’ disumano e tutto ciò non lo agevola“.
L’avvocato Sarno annuncia che insisterà per farlo tornare in Italia, “perchè oramai il processo è finito. Mi auguro non ci sia l’appello del procuratore nei prossimi giorni, dopodichè attiveremo tutte le procedure per farlo rientrare e chiudere questa vicenda. Vorremmo semplicemente che un nostro concittadino riceva le cure adeguate e che le nostre Istituzioni vengano sensibilizzate verso questa vicenda”.