La recente decisione del Governo di procedere con il commissariamento dell’Indire, l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa, solleva serie preoccupazioni riguardo all’invasività statale nella gestione delle istituzioni educative e alla possibile erosione dell’autonomia professionale dei docenti di sostegno.
L’Indire è un ente di ricerca del Ministero dell’Istruzione e del Merito che accompagna l’evoluzione del sistema scolastico investendo in formazione e innovazione e sostenendo i processi di miglioramento della scuola.
La nomina di un commissario straordinario per l’Istituto evidenzia un intento di accentrare il controllo su un ente che dovrebbe godere di indipendenza. Tale intervento appare in contrasto con i principi costituzionali di autonomia scolastica e rispetto delle professionalità. Il controllo centralizzato su enti di ricerca come l’Indire comporta rischi significativi, tra cui la compromissione della libertà di ricerca e innovazione, elementi cruciali per il progresso scolastico.
“L’articolo 7 bis, recentemente introdotto, prevede ulteriori poteri di controllo e direzione da parte del commissario, limitando l’autonomia operativa dell’ente – fa sapere il Comitato Docenti di Sostegno -. Questa disposizione potrebbe trasformarsi in un meccanismo coercitivo, ostacolando lo sviluppo di progetti formativi specifici per le esigenze locali. La professione dei docenti di sostegno è particolarmente vulnerabile a queste politiche centralizzatrici. I docenti di sostegno, che lavorano con studenti con bisogni educativi speciali, necessitano di una formazione continua, aggiornata e autonoma, capace di adattarsi alle diverse esigenze educative. L’intervento governativo nel settore economico dell’istruzione, con il pretesto del commissariamento, rischia di standardizzare la formazione dei docenti, impoverendo essa della necessaria specificità e adattabilità“.
Il Comitato Docenti di Sostegno denuncia questo atto come un tentativo di controllo sistematico su ogni organismo pubblico.
Alessio Golia, coordinatore del CDS, afferma: “Questo è l’ennesimo tentativo del Governo di controllare, delimitare e confondere la categoria dei docenti di sostegno. Tale misura non solo minaccia l’autonomia professionale dei docenti, ma rischia di compromettere la qualità dell’istruzione per gli studenti con bisogni educativi speciali. L’articolo 33 della Costituzione italiana sancisce il diritto all’autonomia scolastica e l’intervento statale può configurarsi come una violazione di questo principio. È fondamentale che la formazione dei docenti resti libera da ingerenze politiche e orientata al miglioramento continuo delle competenze necessarie per rispondere ai bisogni degli studenti. Invitiamo tutte le forze politiche, le associazioni professionali e la società civile a opporsi a questo crescente controllo governativo. È necessario preservare l’autonomia dell’Indire e delle istituzioni scolastiche, evitando una deriva autoritaria che minaccia di compromettere la qualità dell’istruzione e l’indipendenza professionale dei docenti. Solo con un’azione concertata si potrà impedire che l’ingerenza governativa eroda le fondamenta della nostra professione e della nostra formazione, garantendo un futuro libero e innovativo per il sistema educativo italiano”.