A poche ore dalla Giornata Nazionale per le Vittime dell’Immigrazione è andata in onda questa mattina su Raitre la puntata di “Radici – L’altra faccia dell’immigrazione” girata ad inizio settembre a Padula e che racconta la storia del giovane ghanese Zachariah, partito da Kumasi cinque anni fa, costretto dai bombardamenti ad imbarcarsi a Tripoli, sbarcato a Lampedusa e accolto dalla Caritas diocesana a Padula, dove attualmente vive perfettamente integrato nella comunità e tra i suoi coetanei.
Le telecamere della Rai e il giornalista Davide Demichelis hanno compiuto, in compagnia di Zachariah, un viaggio a ritroso nella vita del giovane immigrato, tornando nella terra natìa, il Ghana, e rivivendo le emozioni e le paure di chi è costretto ad abbandonare la propria casa per cercare rifugio in un Paese che, inizialmente straniero, diventa poi accogliente e rassicurante nel tempo. Proprio come è stata Padula per Zachariah, che milita anche nella squadra di calcio “ASD Certosa di Padula”, protagonista di alcune delle immagini insieme al Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro S.E. Mons. Antonio De Luca e a don Vincenzo Federico, sensibili e sempre pronti all’accoglienza dei fratelli africani in cerca di sostegno.
Dalla iniziale titubanza di qualche italiano nei confronti dello “straniero” ad un profondo legame, fatto di stima e rispetto. “Oggi mi conoscono quasi tutti i giovani. In Italia ho trovato la persona che volevo diventare” dice soddisfatto il giovane a Demichelis.
Emozionanti le immagini del primo ritorno in Ghana di Zachariah dopo cinque anni. Non ha mai conosciuto la madre, ma immenso è stato il calore con cui i familiari e gli amici rimasti lì lo hanno accolto.
Dello sbarco in Italia Zachariah ricorda le luci. “Mi sono messo sulla barca – racconta – ringraziavo Dio. Finalmente sono arrivato in Italia”. Ma non dimentica mai la terra che gli ha dato i natali, dove vuole ritornare, e ai microfoni di Demichelis dice:”A Padula mi trovo bene, ho gli amici, mi vogliono bene, ma non posso negare un posto come questo: perché io sono nato qui“.
– Chiara Di Miele –
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